Mettiti in contatto con professione Fotografia
Per segnalare eventi, mostre, workshop, o solamente per mettersi in contatto con noi, inviate una mail a: professione.fotografia@live.it
Seguici su Facebook e su Twitter!!!
domenica 30 novembre 2008
Falcone e Borsellino - Tony Gentile -
Questa fotografia ha fatto il giro del mondo, è diventata l'immagine simbolo della lotta alla mafia.
«La foto di Falcone e Borsellino? È una foto giornalistica, una casualità. Era l´attimo giusto, ma a trasformarla è stato quello che è successo dopo, la storia».
Tony Gentile è nato a Palermo nel 1964 ed ha iniziato la sua carriera come fotografo di news con un quotidiano locale siciliano nel 1989.
Quindi ha cominciato a lavorare con molti altri quotidiani e periodici italiani ed internazionali. Nel 1992 ha iniziato a collaborare con l’agenzia di stampa internazionale Reuters come freelance prima di diventare fotografo di staff nel 2003.
Attualmente è di base a Roma ed ha coperto per Reuters molte storie nazionali ed internazionali come la morte del Papa Giovanni Paolo II e l’elezione del nuovo Papa, e anche molti eventi sportivi internazionali come le Olimpiadi di Atene e i campionati mondiali di calcio in Germania.
Gentile con le sue immagini più recenti spazia dagli scontri tra i no global e la polizia alle Olimpiadi per i diversamente abili, passando anche per alcuni ritratti del papa. «Ma in realtà - spiega - il lavoro che faccio adesso è comunque simile a quello svolto negli anni delle guerre di mafia, nel senso del lavoro sui fatti quotidiani. Con l´agenzia hai mezz´ora, un´ora al massimo per fare il servizio. Certo, l´esperienza palermitana è stata il massimo, non c´era situazione simile in Italia.»
Fonti:
http://www.camera21.it
http://www.time.com/
http://palermo.repubblica.it/
sabato 29 novembre 2008
Polaroid, una pubblicità mai andata in onda...
Qua il video...
venerdì 28 novembre 2008
James Nachtwey e You Tube
Qua le fotografie
Sul sito della VII Agency, l'intero reportage.
giovedì 27 novembre 2008
Intervista a Teresa Malara
Nome: Teresa
Cognome: Malara
Sito Web: TeresaMalara.com
Blog: Blog di Teresa
Da quanto tempo ti dedichi alla fotografia?
Mi è sempre piaciuta da quando ero bambina, ma col passare del tempo ho preso seriamente dopo aver finito le superiori, scattando dalla compatta alla reflex
Sei autodidatta, o hai segito una scuola?
Tutti e due, autodidatta facendo molte pratiche e sperimentando diverse cose che non so, ho seguito una scuola per tre anni per approfondire la conoscenza come tecniche di fotografia, storia della fotografia, e illustrazioni. Non nego che mi piace poter continuare a studiare!!
Qual'è il tuo campo principale?
Il mio campo principale è tutto ciò che riguarda i ritratti... come moda, book, insomma.... mi piace mettermi sempre alla prova.
Perché i tuoi clienti ti scelgono?
Ehm... bella domanda.. spesso mi dicono che sono un'artista, su ciò che riesco a riprendere, a fotografare e a valorizzare chi mi è davanti. La mia spontaneità, impegno, simpatia e umiltà. E soprattutto professionalità e passione che ci metto. (oh... mi autocritico sempre!!!!)
Cosa offri di più rispetto agli altri colleghi fotografi?
Penso di poter offire creatività ed emozioni...
Che attrezzatra utilizzi?
Utilizzo la mia canon eos 5D con dei relativi due obiettivi 24-70 f2.8 e 70-200 f2.8
Cosa ti piace di più della fotografia?
Mi piace dare emozioni, messaggio, visione del mio mondo che voglio descrivere. Mi piace sperimentare,e descrivere il mio stato d'animo. Cambiare da genere a genere, come fotografia da cupa all'allegra. Mi sono sentita come un "art director" gestisco tutto io, dal posto al trucco. E c'è sempre stato molto lavoro, e questo mi da molta soddisfazione.
Raccontaci lo scatto a cui sei maggiormente affezionato...
Ebbeh... nn ho una foto particolare, perchè tutti i miei scatti.. sono i miei amori!!
Grazie Teresa per l'intervista!
mercoledì 26 novembre 2008
2008 Wildlife Photographer of the Year
Qua la galleria.
Fonte: http://www.nhm.ac.uk/index.html
martedì 25 novembre 2008
FOTOGRAFICA 08 - Milano dal 27 al 30 novembre 08
Il 27 novembre prenderà il via a Milano la seconda edizione di Fotografica, l’iniziativa voluta da Canon per sviluppare e sostenere la cultura fotografica e aperta a tutti coloro che, per professione o passione, desiderano essere aggiornati su tendenze, stili, arte e cultura.
Aperta al pubblico gratuitamente, Fotografica rappresenta un ponte verso il mondo della fotografia all’interno di un contesto aperto e stimolante che permette un confronto continuo tra coloro che vogliono condividere una passione o cercano riscontri da esperti e professionisti. Sono previste tavole rotonde con fotografi di fama mondiale, incontri con le maggiori agenzie fotografiche e photoeditor, seminari e workshop tecnici curati da esperti. Le uniche sezioni, con obbligo di iscrizione (ma sempre gratuite), sono la lettura di portfolio da parte di noti critici e i seminari EOS Discovery, durante i quali un fotografo professionista darà preziosi consigli e nozioni tecniche, analizzerà una selezione di fotografie tra quelle inviate dai partecipanti ed offrirà esclusivi suggerimenti e consigli pratici per aiutare a migliorare la propria tecnica fotografica.
Inoltre sarà possibile visitare delle mostre durante tutto il periodo dell’evento: sono previste 5 esposizioni e due proiezioni. Per maggiori dettagli clicca qui.
Non mancherà poi un contatto diretto con il mondo Canon: è previsto infatti uno spazio Touch & Try, in cui visionare e provare la serie di reflex e obiettivi EOS e le novità di prodotto Digital Imaging, nonchè incontrare personale esperto dell’azienda per sottoporre i propri dubbi o domande e ricevere consigli e spiegazioni tecniche. Questa rappresenterà anche la prima vera possibilità per l’utente finale di provare l’ultima novità tra le reflex digitali EOS 5D MARK II.
MILANO
27 novembre - 30 novembre
Centro Forma – Piazza Tito Lucrezio Caro, 1
Area distaccata: Viale Custodi
Orari
27 e 28 novembre ore 18-22
29 e 30 novembre ore 11-22
Tutte le attività di Fotografica hanno ingresso libero e gratuito. Per partecipare alle sessioni ‘EOS DISCOVERY’ e ‘Lettura portfolio’ è necessario prenotarsi su: www.canon.it/fotografica.
Premio Canon Giovani Fotografi
Il Premio Canon Giovani Fotografi è un appuntamento ormai consolidato per scovare e premiare esordienti artisti della fotografia.
In mostra i progetti fotografici dei vincitori dell’edizione 2007:
Daniele Tamagni - Miglior Portfolio – ex aequo “Gentlemen di Bakongo”
Per aver svolto una ricerca iconografica fresca ed originale e per la capacità di aver raccontato con un piglio innovativo e disinvolto una tematica sociale fortemente caratterizzante di un luogo.
Alice Pavesi – Miglior Portfolio – ex aequo “Smara’s Mental Health Unit”
Per aver realizzato un reportage fotografico di forte impatto visivo. Per l’intelligenza di aver raccontato con omogeneità stilistica una storia di dolore e solitudine.
Albertina D’Urso - Miglior Progetto – “Gangs L.A.”
Per aver saputo organizzare un reportage di notevole complessità restituendo volti e situazioni di forte impatto visivo. Per la capacità di sintesi narrativa e l’ottimo editing.
Chiara Goia - Borsa di Studio - “Giambellino”
Per aver saputo tracciare le linee progettuali di un’idea fotografica vicina alla quotidianità di una grande metropoli. Per aver saputo dare visibilità ad un problema sociale restituendo dignità ai suoi protagonisti.
Raffaella Gentile - Premio TPW
Camminando
fotografie di Camila Raznovich
Workers –storie d’infanzia negata
A cura dell’organizzazione umanitaria Cesvi
CliCiak – Fotografia e Cinema
Mostra dell’undicesimo concorso nazionale per fotografi di scena
Proiezioni:
Fotografie dal mondo
Proiezione delle migliori immagini dell’agenzia Reuters selezionate durante l’anno
Shooting for the top
Proiezione delle foto dei nove fotografi professionisti che fanno parte del progetto paneuropeo “Canon Ambassadors”.
Questo Programma, di cui fanno parte nove eccezionali fotografi di fama mondiale, ha come obiettivo quello di poter alimentare, incoraggiare ed aumentare sempre di più la cultura della fotografia digitale. I fotografi protagonisti del programma, definiti “Ambassador”, sono stati individuati per le diverse tipologie di discipline fotografiche che vanno dalla moda, allo sport fino al fotogiornalismo. Una caratteristica fondamentale li accomuna: usano tutti fotocamere e sistemi Canon per scattare fotografie, per girare un film o per qualunque tipo di progetto.
Fanno parte di questo “pull” personaggi illustri come: Paolo Pellegrin (Magnum Photos), Gary Knight (VII) e Ziv Koren (Polaris Images), Michael Nichols (National Geographic), Brent Stirton (Getty Images), Lorenzo Agius (Getty Images), Thorsten Milse, Jeff Ascough, Frits van Eldik. Per saperne di più visita il sito www.canon-europe.com/cpn.
lunedì 24 novembre 2008
Robert Frank. Lo straniero americano - Mostra a Milano
In mostra a Palazzo Reale le opere del fotografo svizzero Robert Frank provenienti dal Fotomuseum Winterthur e dal Fotostiftung Schweiz di Zurigo fino al 18 gennaio 2009.
L’evento, curato da Martin Gasser, Thomas, Seelig, Urs Stahel e Enrica Viganò, si presenta come un’importante monografica dedicata all’opera di Robert Frank, il cui sguardo ha contribuito a sconvolgere la grammatica della fotografia nella seconda metà del Novecento.
Robert Frank è nato nel 1924 a Zurigo ed è fotografo e regista fra i più famosi a livello internazionale. Inizia giovanissimo come assistente fotografo in Svizzera, ma già nel 1947 sbarca a New York dove inizia la sua fulminea carriera. Primo fotografo europeo a ricevere la borsa di studio annuale della Fondazione Guggenheim di New York, viaggia attraverso gli Stati Uniti d’America dal 1955 al 1956 accompagnato da personaggi del calibro di Jack Kerouac, che scriverà l’introduzione per il volume The Americans (Les Américains), il libro di Frank destinato a stravolgere le regole del linguaggio fotografico e al contempo a scardinare la consuetudine del più illusorio luogo comune: l’american dream.
Nelle sue immagini, dal forte sapore di documentazione sociale ed allo stesso tempo di sperimentazione formale, ritroviamo una visione più intima della quotidianità di un paese, gli Stati Uniti d’America, che Frank descrive come fino ad allora nessuno aveva mai saputo fare, una riflessione sulla realtà, insieme dura e ironica. Frank si guardava intorno attraverso il suo occhio disincantato e la sua originaria cultura europea, scattava immagini nervose, desolate, ironiche, autentiche.
«Il genio dell’artista» afferma «consiste nel guardare il mondo che condivide con noi. L’illusione della fotografia è tutt’uno con la realtà del nostro mondo quotidiano. Le fotografie parlano di fotografia, dell’artista, delle sue immagini, di noi. Come tutta la grande arte che racconta la condizione umana, porta in sé l’identità dell’artista. Non sono vedute anonime. Non sono posti e gente anonimi. Sono le parole del poeta, sontuosamente ambigue e perfettamente bilanciate – declamate, incorniciate sul muro, tenute in mano, stampate sulla pagina»
La pubblicazione di The Americans– nel 1958 a Parigi per i tipi di Delpire e l’anno successivo a New York con la casa editrice Grove Press – donò a Robert Frank una fama controversa e immediata. Tuttavia il suo carattere schivo, che lo teneva lontano dai riflettori, e l’insaziabile desiderio di sperimentare nuovi cammini della comunicazione visiva, lo portarono a cimentarsi con il cinema, nelle sue forme più underground.
E' questo il periodo in cui, circondato dagli amici della Beat Generation, spesso attori nelle pellicole più improvvisate, Frank girò dal 1959 al 2002 venticinque film e video di varia lunghezza, alcuni su temi personali come Conversation in Vermont (1969) incentrato sul suo rapporto con i figli, altri su argomenti commissionati, come Cocksucker Blues (1972) che documenta la turnée dei Rolling Stone.
La necessità di esprimere se stesso lo riporterà a prendere in mano la macchina fotografica. «Dal 1972, nel tempo che avanza tra un film e un progetto di film, ho ripreso a fotografare. In bianco e nero e a colori. A volte metto molte immagini insieme per farne una. Parlo delle mie speranze, della mia piccola speranza, della mia gioia. Quando posso ci metto anche un pizzico di humor. Distruggo gli elementi descrittivi nelle foto così posso mostrare come sono io, me stesso. Prima che i negativi siano fissati ci graffio sopra delle parole: zuppa, forza, fiducia cieca… Cerco di essere onesto. A volte è troppo triste.»
All’interno del percorso espositivo, oltra ad un'ottantina di scatti, sarà possibile assistere alla proiezioni di alcuni dei lungometraggi dell’artista come Pull My Daisy (1959) e About Me: A Musical (1971).
Fonte: Comune di Milano
domenica 23 novembre 2008
Joe Rosenthal e l'alzabandiera di Iwo Jima - Fra mito e realtà -
Joe Rosenthal (Washington D.C., 9 ottobre 1911 – Novato, California, 20 agosto 2006) è stato un fotografo statunitense, ricevette il Premio Pulitzer per questa famosa fotografia, scattata durante la battaglia di Iwo Jima, [Iwo Jima ("Isola dello zolfo" in giapponese) è una delle isole Ogasawara a circa 1.080 km a sud di Tokyo, 1.130 km a nord di Guam ed a circa mezza strada tra Tokyo e Saipan] nella quale sei marine alzano una bandiera americana per segnalare la conquista di un crinale del monte che dominava l'isola.
I sei marine in questione erano Rene Gagnon, Michael Strank, Harlon Block, Ira Hayes, Franklin Sousley e John Bradley.
Non se n'era neppure accorto, di aver scattato la foto che per gli americani sarebbe diventata il simbolo della Seconda Guerra Mondiale:
«Quando qualche giorno dopo un collega mi fece i complimenti, pensavo che si riferisse ad un'altra immagine».
Rosenthal era nato a Washington nel 1911 e aveva cominciato a scattare foto per hobby.
Durante la Grande Depressione si era trasferito a San Francisco, dove la Newspaper Enterprise Association gli aveva dato un lavoro. Poco dopo il San Francisco News lo aveva assunto come fotoreporter: «Mi diedero una scatola nera e mi dissero: pensa solo a puntare il lato dove ci sono le lenti verso il soggetto, e fai clic. Poi noi ti diremo cosa combini giusto e cosa sbagli» Evidentemente Joe se la cavava, perché durante la Seconda Guerra Mondiale l'agenzia Associated Press lo aveva assunto e spedito al fronte. Così il 19 febbraio 1945 Rosenthal era sbarcato sull'isola di Iwo Jima, insieme ai 30.000 marines incaricati di conquistarla, perché serviva come testa di ponte per un eventuale invasione del Giappone.
Ci vollero cinque settimane di battaglia e 6.800 soldati americani morti, ma alla fine l'obiettivo venne raggiunto.
Il momento che sarebbe passato alla storia, però, era avvenuto appena quattro giorni dopo lo sbarco, quando i marines avevano preso il monte Suribachi, punto più alto dell'isola. «All'inizio - raccontava Rosenthal - non volevo neppure salire, perché mi avevano detto che la bandiera a stelle e strisce era stata già alzata. Poi, però, decisi di andare lo stesso». Nel resto della sua vita, Joe non avrebbe mai fatto un'altra scelta più fortunata e importante. «Una volta in cima, vidi con la coda dell'occhio che i marines stavano sostituendo la prima bandiera, giudicata troppo piccola, con una più grande. Puntai la macchina e scattai». Venne una foto da premio Pulitzer, che è diventata il simbolo americano della guerra e della vittoria.
L'autenticità della fotografia è stata spesso e volentieri messa in discussione, molti autori sostengono che sia stata costruita a tavolino, mettendo in posa in soldati, mentre altri la ritengono autentica al 100%, altri ancora sostengono che qaundo arrivò Joe Rosenthal, la bandiera già andeggiava al vento e il reporter rifà la scena con una bandiera più grande: questa diventa la fotografia ufficiale. Joe Rosenthal non aveva creato di sana pianta la scena, ma l'aveva semplicemente rifatta.
Per anni Rosenthal è stato accusato di aver costruito l'immagine, ma fino alla morte si è difeso così: «Se ci avessi provato, l'avrei rovinata».
In VERITA’ STORICHE E FOTOGRAFICHE Ernesto Fantozzi descrive così la storia di questa famosa fotografia:
Rosenthal decise allora di fare delle riprese portandosi ad una distanza di una decina di metri e regolando la sua Speed Graphic ad 1/400, f 8/11.
Alla sua destra, a non più di un metro, si trovava il sergente Genaust in azione con cinepresa 16 mm. caricata con pellicola Kodachrome.
Rosenthal fece tre istantanee.
La prima, quella notissima dell’alzabandiera (quasi sovrapponibile ad un fotogramma della pellicola di Genaust),
la seconda riprendeva il consolidamento della base dell’asta;
la terza, questa sì messa in posa, mostrava il gruppo dei marines che esultava sotto lo stendardo a stelle e strisce.
Delle tre, ultima era quella che Rosenthal riteneva la migliore così quando, trascorsi nove giorni, rientrò alla sua base di Guam e ricevette icomplimenti di un collega che gli chiese se la sua foto, già diffusissima e famosa in tutti gli stati Uniti, fosse il risultato di una posa, egli, credendo che si trattasse di quella coi marines che esultavano, rispose affermativamente.
Da quel momento nasce l’equivoco che la sua celeberrima foto fosse un falso. Invece la presa era autentica, soltanto non era quella del momento storico che fissa il primo alzabandiera.
E' un'immagine perfetta, quella scattata da Rosenthal, per il pubblico statunitense, ansioso di successi sul campo di battaglia e sempre pronto a celebrare le proprie vittorie.
L'immagine servi' da modello al Memoriale di Iwo Jima, vicino al cimitero nazionale di Arlington in Virginia, e ispiro' film (tra cui il celebre film Flags of Our Fathers di Clint Eastwood), poster e francobolli e decine di iniziative patriottiche.
Fonti:
Wikipedia
http://www.wuz.it/
http://www.ldesign.com/
www.mishalov.com/
www.hasanpix.com/
www.imagecache2.allposters.com/
www.soldiersperspective.us/2005/07/20/
www.prettygoodgoods.org/product/show/4888
http://www.cifr.it/
http://digilander.libero.it/historia_militaria/iwo.htm
Professione giornalista Di Alberto Papuzzi, Annalisa Magone
http://www.rai.it
VERITA’ STORICHE E FOTOGRAFICHE Ernesto Fantozzi
sabato 22 novembre 2008
Manuale di fotografia sportiva
Si tratta di un manuale dedicato principalmente ai neofiti di questo settore, ma ci sono spunti interessanti anche per chi già si dedica a questo genere fotografico.
Per scaricare (ovviamente è gratuito) potete andare a questo link:
http://www.sportinfoto.it/manuale/intro.php
e seguire le istruzioni
venerdì 21 novembre 2008
Google rende disponibile l'archivio Life
http://images.google.com/hosted/life
Un mondo di sport - nelle immagini Reuters - Roma -
In tutto il mondo, per tutti i popoli e tutte le nazioni, lo sport significa competizione, spirito di gruppo, allegria, dramma, tenerezza, sfida.
Fonte di passione e disperazione, incanta milioni di persone capaci di viverlo attraverso la televisione, la radio, la stampa, Internet e la fotografia, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Il mondo dello sport rappresenta un’arena enorme e virtuale, dove grandi campioni e tifosi devoti mettono in gioco quotidianamente i loro ideali e i loro sogni, le squadre e i singoli campioni, gli interessi economici (a volte enormi), e dove i fotografi Reuters sono sempre presenti per fermare i momenti più significativi e spettacolari.
Le straordinarie immagini di questa mostra restituiscono attimi di virtuosismo, bellezza, comicità, trionfo e disperazione. Così legato allo spirito e alle tradizioni dei diversi paesi, nelle immagini di Reuters ci raccontano i grandi campioni di calcio, di sci, di atletica e i grandi record raggiunti ma anche le discipline più improbabili e sconosciute che testimoniano la funzione sociale e il valore culturale che lo sport, come manifestazione di gruppo, possiede da sempre.
La mostra propone una carrellata delle migliori immagini di Reuters dedicate agli eventi sportivi che si sono svolti nel mondo dal 2000 fino alle Olimpiadi 2008, da poco concluse, con una sezione dedicata ai campioni italiani che hanno conquistato il podio.
Dopo le Olimpiadi di Pechino, Un mondo di sport offre l’occasione per conoscere ancora meglio questo mondo e i suoi protagonisti e soprattutto per riflettere sulla capacità dello sport di trasmettere e comunicare i suoi valori positivi perché, come dice Nelson Mandela :
“lo sport ha il potere di cambiare il mondo”.
La mostra sarà inaugurata alle 17,30 alla presenza del Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, dell’Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma Umberto Croppi, del Sovraintendente ai Beni Culturali del Comune di Roma Umberto Broccoli, del delegato allo sport del Comune di Roma Alessandro Cochi e del Sindaco Gianni Alemanno.
A conclusione della conferenza di presentazione si esibirà la nazionale di Taekwondo con la medaglia d'argento delle Olimpiadi di Pechino 2008 Mauro Sarmiento e la compagnia degli Argonauti, laboratorio di ricerca sul movimento. Sarà inoltre allestita una parete di arrampicata sportiva a cura dell’associazione Rock&Walls che rimarrà a disposizione del pubblico nel corso della serata.
Info
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
La biglietteria chiude alle 19.00
060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 22.30
un progetto di Contrasto e Reuters, è realizzata con il contributo della Presidenza della Regione Lazio e in collaborazione con il Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, la Sovraintendenza ai Beni Culturali
Decathlon, Fnac e di apa.
Athlion Roma Pentathlon Moderno
Video Backstage Settimio Benedusi
Oggi vogliamo presentarvi una raccolta di video - backstage dei suoi lavori, pubblicati sul portale del Corriere della Sera.
Qua i video.
Qua altri video di backstage di Settimio Benedusi.
giovedì 20 novembre 2008
Intervista a Marco Canoniero
Nome: Marco
Cognome: Canoniero
Sito Web:
Studio:
Via antica di rivoli, 8 – 10093 – Collegno – tel. 011 / 4157192 cell. 348 / 3518997 – mail: info@canoniero.com)
Da quanto tempo ti dedichi alla fotografia e come hai iniziato la professione?
Ho iniziato a fotografare tardi, prendendo in mano per la prima volta una reflex quasi per caso, circa 7 anni fa. Fu subito amore, ma decisi di farne una professione solo 5 anni fa, quando le persone cominciarono a richiedere i miei scatti.
Sei autodidatta, o hai seguito una scuola?
Tranne qualche corso qua è là fatto nei circoli fotografici posso definirmi autodidatta.
Qual'è il tuo campo fotografico principale?
Pur amando ogni genere fotografico mi occupo principalmente di fotografia sportiva
Perché i tuoi clienti ti scelgono?
Questo ancora devo capirlo! A parte gli scherzi, nella fotografia sportiva si tende a standardizzare il lavoro producendo foto che spesso tendono a somigliarsi, sia per pigrizia, sia perché in molti casi la fotografia più curata, per come la intende un amante della fotografia, rischia di non essere apprezzata o compresa dal cliente, il quale nella maggior parte dei casi, vuole vedere il proprio sponsor perfettamente a fuoco ed in evidenza. Io cerco invece di proporre comunque foto curate sotto tutti gli aspetti e che talvolta siano anche diverse da altre “già viste” e questo viene apprezzato.
Cosa offri di più rispetto agli altri colleghi fotografi?
Non ho la presunzione di ritenermi più bravo di altri, anzi, nel mio campo ci sono fotografi da cui cerco solamente di imparare. Quello che posso offrire è una totale dedizione, che deriva dal mio amore per questa professione, e una ricerca della qualità che talvolta nella mia categoria manca.
Che attrezzatura utilizzi?
Uso una Canon 1d Mark 2 N e una vecchia Canon 20d. Come obiettivi passo dal 10-22 al 24-105, dal 70-200 2.8 al 300 2.8, più flash e filtri vari.
Cosa ti piace di più della fotografia?
Per me è come una droga. Se passo qualche giorno senza scattare vado in crisi di astinenza. Non so dire che cosa mi piaccia di più nella fotografia, la fotografia è un mondo talmente vasto che è difficile dare una risposta. Posso solo dire che esistono poche soddisfazioni che ti appagano quanto quelle di aver realizzato una bella foto.
Raccontaci lo scatto a cui sei maggiormente affezionato...
Questa foto non ha nulla di particolare, tecnicamente è tutt’altro che perfetta, ma ci sono affezionato perché fu una delle prime foto che feci a mio figlio. Fu lui a cercare la mia mano e quando la trovò si addormentò tranquillizzato dalla mia presenza. Con un gioco da contorsionista riuscii a prendere la reflex e senza mai staccare la mia mano dalla sua feci questo scatto. Non fu affatto facile fare la foto con una mano sola!!
Raccontaci un aneddoto divertente circa la tua professione...
Successe nel 2007, durante la partita dalla nazionale di rugby italiana contro il Giappone. Si giovava in un piccolo stadio dove per ragioni di spazio a fondo campo tolsero i cartelloni pubblicitari. Quel giorno mi piazzai a fondo campo per avere i giocatori frontalmente, ci fu una azione travolgente di un giocatore italiano che uscì dalla mischia e si mise a correre verso la meta inseguito da 2 energumeni giapponesi. Sul momento fui davvero contento ero perfettamente piazzato, il giocatore e i suoi avversari correvano proprio nella mia direzione, ma dopo poco mi resi conto che stavano correndo TROPPO verso di me!!! Dovetti prendere una drastica decisione, scattare una bella foto o scappare per evitare l’impatto con 3 armadi lanciati a tutta velocità verso di me. Decisi di scappare!!
A raccontarlo mi scappa da ridere ma vi posso assicurare che in quel momento avevo poco da ridere
Grazie Marco, per l'intervista!
Ecco altri scatti di Marco Canoniero:
mercoledì 19 novembre 2008
Camera Tossing
Il blog cameratoss.blogspot.com ne è il punto di riferimento e pubblica anche una guida con dei suggerimenti per ottenere dei risultati convincenti.
martedì 18 novembre 2008
lunedì 17 novembre 2008
Le migliori fotografie delle Olimpiadi 2008
E' trascorso qualche mese dalle ultime olimpiade, ma per rinfrescare la memoria: eccovi una bellissima raccolta, tratta da Boston.com, di scatti fotografici molto particolari delle Olimpiadi di Pechino.
domenica 16 novembre 2008
“The Falling Soldier” by Robert Capa
Realtà o costruzione a tavolino?
Tutti noi sappiamo chi l'ha scattata, il padre del fotogiornalismo di guerra, uno dei 4 fondatori della Magnum Agency, Robert Capa.
Robert Capa pseudonimo di Endre Ernő Friedmann, nasce in Ungheria a Budapest, il 22 ottobre 1913.
Nel 1936 diviene famoso in tutto il mondo per una foto scattata a Cordoba, dove ritrae un soldato dell'esercito repubblicano colpito a morte da un proiettile sparato dai franchisti.
Nel 1947 a New York fonda - assieme a Henri Cartier-Bresson, David "Chim" Seymour e George Rodger - l'agenzia cooperativa Magnum, diventata una delle più prestigiose agenzie fotografiche.
Muore il 25 maggio 1954 aThai-Bin - Vietnam, ucciso da una mina.
Ma torniamo alla foto in questione...come è stata scattata?
Robert Capa è in trincea con una pattuglia di repubblicani delle più diverse estrazioni.
Essi si battono contro una postazione franchista dalla quale un mitra spazza a ventaglio.
C'è una prima ondata, e Capa resta in trincea ad osservare come vanno le cose.
Molti sono uccisi e i superstiti, ripiegando, riprendono a sparare ad intervalli irregolari.
Il mitra fascista tace. Tutti credono che sia stato spacciato. Non Capa, però, che resta in trincea,
piazza la macchina fotografica al di fuori di essa e sopra la propria testa e scatta la foto giusta
al momento giusto: è l'attimo in cui uno dei miliziani superstiti si fa cogliere in contropiede dal mitra sornione.
E' la fine del miliziano e l'inizio del mito di Capa.
Che il miliziano ucciso sia poi quello che si vede ancor vivo, primo a sinistra con le braccia alzate, in una delle altre foto, è una grossa e suggestiva tentazione....ma come andarono le cose?
Capa affermava infatti di aver ripreso la morte di Borrell in mattinata; i documenti degli archivi storici della Guerra Civile Spagnola certificano invece che la morte del miliziano spagnolo avvenne il 5 settembre 1936 nel pomeriggio, colpito da una pallottola vagante.
Le due versioni non combaciano: labilità della memoria umana o imprecisione di un furiere?
Esistono però dei provini a contatto in cui Federico Borrell è fotografato lo stesso giorno, sempre da Capa, sorridente e guascone assieme ai suoi camerati.
Quegli scatti sono stati effettuati prima o dopo la foto in cui Borrell appare colpito a morte?
Soltanto i negativi originali potrebbero dissipare questa questione, ma secondo la leggenda, il negativo del miliziano spagnolo ucciso a Cordoba durante la guerra civile, fu dimenticato da Robert Capa in una camera oscura di Parigi, ormai invasa dai nazisti, nel 1939. Capa aveva qualche motivo per fuggire: il suo vero nome era Friedman, ed era ebreo ungherese. e da allora se ne erano perse le tracce.
Strane teorie fioriscono sulla misteriosa valigetta. Qualcuno sostiene che lo “scrigno” del fotografo, prima di finire in mani naziste, da Parigi arrivò a Marsiglia. E da lì, grazie ad un diplomatico che fu seguace di Pancho Villa, s’imbarcò per il Messico, dove rimase al sicuro per quasi 70 anni.
I negativi erano conservati in tre valigie custodite in un luogo imprecisato di Città del Messico, tra i possedimenti di un ex diplomatico messicano che aveva addirittura combattuto ai tempi del generale Pancho Villa.
Le fotografie erano state affidate al generale messicano Francisco Javier Aguilar Gonzalez nel 1940 quindi dimenticate e ritrovate negli anni '90, dopo la morte del generale, dai suoi eredi senza che questi ne riconoscessero il valore artistico.
È soltanto nel dicembre 2007 che i negativi sono stati inviati all'International Center of Photography di New York, fondato dal fratello di Capa, Cornell, consentendo di allargare la collezione fotografica a 3.500 unità.
Forse a breve potremo sapere la verità di tutto ciò, anche se personalmente non credo che l'impegno e il valore del fotografo ungherese possa essere “macchiato” in alcun modo...i tempi erano diversi, così come la concezione del fotogiornalismo (che stava nascendo proprio in quegli anni, proprio per mano di Capa stesso), diverse le tecnologie e le attrezzature fotografiche.
sabato 15 novembre 2008
Vanity Fair per festeggiare il suo 25° anniversario ha deciso di pubblicare una serie di 25 fotografie che hanno raccontato la storia da tutte le parti del mondo.
Le fotografie scelte sono legate ai fatti di cronaca molto famosi e probabilmente le avremo viste diverse volte.
Esiste anche un sondaggio per sapere qual è la favorita dai lettori.
venerdì 14 novembre 2008
Seen behind the scene, 30 anni di backstage di Mary Ellen Mark
Seen behind the scene, 30 anni di backstage di Mary Ellen Mark
Edito da Phaidon, raccoglie gli scatti, che a partire dal 1960, Mary Ellen Mark ha realizzato sui set di film che hanno fatto la storia del cinema.
FACES. Ritratti nella fotografia del XX secolo
L’evento, inserito inizialmente nell’ambito del LUCCAdigitalPHOTOfest 2008 come mostra principe della manifestazione (15 novembre – 8 dicembre) proseguirà poi fino al 31 gennaio 2009.
Per la prima volta in Italia viene ripercorsa in una mostra la storia della fotografia di ritratto nel XX° secolo, attraverso circa 140 opere di 17 artisti, da Edward Steichen ad Andy Warhol e oltre.
Il ritratto è un genere che ha accompagnato la storia delle arti figurative fino dalle origini e che ancora oggi riveste un ruolo centrale nella produzione artistica contemporanea. Tra i molti protagonisti di questo genere, senza dubbio rientra la figura di Pompeo Batoni, come dimostrano le grandi mostre che si sono tenute nel mondo negli scorsi mesi a Londra e Houston e la prossima che si aprirà a Lucca nel mese di dicembre. In particolare, è la caratteristica di ambientare il soggetto, di conferire peculiare importanza agli abiti, agli oggetti, a tutto ciò che definisce il contesto sociale della persona ritratta a rendere unico il lavoro del pittore originario di Lucca.
E’ a partire da tale considerazione che nasce il progetto di questa mostra, che vuole evidenziare l’evoluzione dello stesso concetto di ritratto “ambientato” nella fotografia internazionale del XX secolo, ponendosi così come un omaggio alla personalità e all’opera di Batoni.
Quella di “ritratto ambientato” è una definizione che risale alla metà del ‘900, ma in realtà la sua pratica si sviluppa ben prima, e questa mostra intende porre in luce questo elemento della ritrattistica fotografica novecentesca, confermando ulteriormente il legame con la tradizione pittorica e la capacità di innovazione del mezzo.
La mostra si struttura attraverso la presentazione dell’opera di 17 autori:
Edward Steichen, August Sander, Edward Curtis, Ernest J. Bellocq, Paul Strand, Dorothea Lange, Arnold Newman, Ugo Mulas, Diane Arbus, Andy Warhol, Larry Clark, Malick Sidibé, Bill Owens, Ed Van Der Elsken, Jitka Hanzlova, Boris Mikhailov, Adam Broomberg & Oliver Chanarin.
Ogni autore viene rappresentato con una importante serie di immagini, in modo da rendere percepibili, sebbene nella naturale selettività delle scelte, le caratteristiche primarie delle singole poetiche. Le opere provengono da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, fra cui il San Francisco Museum of Modern Art, la Aperture Foundation di New York, la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, il Nederlands Fotomuseum di Rotterdam, l’Andy Warhol Museum di Pittsburgh. Appartengono inoltre alla George Eastman House di Rochester 31 delle opere in mostra. Numerose opere provengono infine da primarie collezioni private italiane e straniere e in alcuni casi dai fotografi stessi, coinvolti direttamente nella selezione delle immagini.
giovedì 13 novembre 2008
VISTA DAL BASSO è una mostra di foto di Barivecchia fatte dai bambini di Barivecchia con le macchinette fotografiche usa&getta.
VISTA DAL BASSO è un reportage di immagini inedite e sicuramente autentiche di Barivecchia: i vicoli, le case, le situazioni della vita quotidiana del quartiere raccontate attraverso lo sguardo sempre attento e curioso dei bambini.
Il progetto VISTA DAL BASSO è nato nel 2001 dalla necessità di coinvolgere in un’attività creativa, immediata, spontanea e libera, i bambini che vivono nel centro storico di Bari meglio conosciuto come “Barivecchia”.
L’iniziativa consiste nel dotare i bambini e le bambine di una macchina fotografica monouso e invitarli a fare i “fotoreporter” nelle stradine, i bassi e tra i vicoli stretti del loro quartiere per raccontarne – attraverso le immagini - le suggestioni e i segreti.
Con questa semplice modalità VISTA DAL BASSO in sette anni ha raggiunto interessanti risultati artistici e sociali.
I bambini coinvolti hanno un’età compresa tra i 5 e i 15 anni ed hanno realizzato oramai più di 5.000 fotografie.
Ogni anno, ad ogni edizione, le immagini più belle sono esposte al pubblico nella mostra fotografica ed alcune pubblicate nel calendario distribuito gratuitamente.
VISTA DAL BASSO è un progetto ideato e realizzato dall’Associazione Culturale START di Bari.
L’edizione 2007 è stata realizzata con il sostegno ed il contributo dell’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, dell’Assessorato alle Culture e Religioni del Comune di Bari, dell’Assessorato alle Politiche Educative e Giovanili del Comune di Bari; con la partecipazione del Centro Socio Educativo “U Scaffuat” della IX Circoscrizione San Nicola-Murat, del Fotolaboratorio De Giglio, della Unione Tipografica.
Le precedenti edizioni hanno visto la partecipazione della Kodak, CO.BA spa, della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Antonelli Fotografia.
Per l’alto valore sociale il progetto VISTA DAL BASSO ha avuto riconoscimenti dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e dall’attuale, Giorgio Napolitano.
mercoledì 12 novembre 2008
Top 10 Wedding Photographers 2008
Qua invece i vincitori della precedente edizione.
Molto interessante anche l'intervista al mitico Denis Reggie.
Il tutto è in inglese, ma di facile comprensione...
Reggio Photo Fest: l'arte del fotogiornalismo
Il "Reggio Photo Fest" il festival è diretto da Adriana Sapone e Franco Cufari. Oltre alle foto sono previsti incontri e dibattiti con alcuni personaggi del fotogiornalismo.
Aterraster, via Bonelli 3, Reggio Calabria - tel.0965 1876182 - fino al 22 novembre
martedì 11 novembre 2008
Canon G10 batte l'Hassemblad H2????
Le foto, stampate in studio con una inkjet professionale, la Epson 3800, in formato 13X19" (circa 19x48 centimetri), su carta Ilford Gold Fiber Silk, vengono sottoposte al giudizio di fotografi professionisti e stampatori.
Bene, con grande sorpresa questo pool di esperti non riesce a distinguere le stampe fatte con una macchina da 30 mila euro da quelle fatte con una compatta da 500 euro. Questo, almeno, con stampe fino alle dimensioni di cui sopra.
“Andando oltre, naturalmente, le differenze cominciano a manifestarsi. E lo stesso accade se si stampano porzioni dell’immagine. Perciò, non voglio negare i vantaggi del medio formato in certe circostanze e per determinati utilizzi – dice il fotografo – Però, è innegabile che il gap tra le macchine super professionali e quelle consumer diventa, giorno dopo giorno, sempre più piccolo.”
Fonte:
luminous-landscape.com
lunedì 10 novembre 2008
Intervista a Matteo Fossati
Cognome: Fossati
Sito: www.matteofossati.it
Studio: Via Stoppani 35 , Parabiago (MI)
Ragione sociale: MFM Maurizio Fossati di Matteo Fossati & C. snc
Da quanto tempo ti dedichi alla fotografia e come hai iniziato la professione?
La passione me l’ ha trasmessa mio padre fin da “piccolo” , ho “ereditato” una minolta SRT-101 e qualche lente fissa ma a 12 anni sei sul baratro dell’ adolescenza e quindi dopo un paio d’anni di prove varie (tra cui le solite immancabili e detestabili macro di fiori in tutte le salse) ho abbandonato il tutto per seguire altre strade (windsurf,subacquea,downhill,pattinaggio su ghiaccio ecc..ecc..).Nel frattempo il digitale ha cominciato ad essere un po’ piu’ commerciale , “ l’ adolescemenza ” lasciata alle spalle e la passione pian piano è riaffiorata.La professione è un po’ una scommessa con me stesso ma sono anche innegabilmente attirato dall’ idea di poter fare come lavoro qualcosa che mi piaccia veramente , ho la fortuna di avere gia’ una piccola aziendina e quindi posso permettermi il lusso di entrare nella professione “in punta di piedi” non dovendo necessariamente far quadrare i conti a fine mese solo con quello.
Sei autodidatta, o hai seguito una scuola?
Sono un autodidatta. A volte non è sempre il sistema giusto ma preferisco arrivarci da solo anche a costo di perdere piu’ tempo , non mi piacciono i cloni degli stili altrui e poi obbiettivamente con il Web si hanno a disposizione cosi’ tante informazioni che è un peccato non sfruttarle , detto questo non posso negare che ci siano alcuni workshop che mi attirano parecchio (quello con Ludovico Fossà ad esempio).
Qual'è il tuo campo fotografico principale?
E’ un po’ difficile dirlo , ad oggi sto facendo un po’ di tutto dallo sport fino allo still life (sto insultando molti buoni fotografi chiamando le mie foto still life ma ci sto lavorando su abbiate pazienza) , purtroppo raramente l’ indirizzo fotografico che preferiamo e che piu’ ci stimola è anche quello che ci permette di avere buoni introiti ma non dispero.
Perché i tuoi clienti ti scelgono?
Non saprei dirlo con precisione , penso che per affermarsi sia necessario tanto tempo , tanta dedizione e tanto “passaparola” , devi guadagnarti la fiducia del cliente sia come professionista che come persona , a volte funziona , l’ importante è cercare di capire “il perche’” quando non scocca la scintilla.
Cosa offri di più rispetto agli altri colleghi fotografi?
Difficile dirlo , la scelta del fotografo è troppo soggettiva da parte cliente , credo che se rivolgessi la domanda ai miei clienti avrei un ventaglio di risposte estremamente variegato.
Che attrezzatra utilizzi?
Canon ma la passione per il mezzo è svanita da un pezzo anche perché “il tappo” alla creativita’ raramente è il mezzo.
Ho saputo che fai parter del CPN (Canon Professional Network) Che vantaggi porta? In che cosa consiste?
Con il CPN Canon ha creato un circuito di articoli molto interessanti redatti da fotografi di comprovata esperienza e capacita’ , il confronto con “Golia” è per me sempre il miglior metodo per capire a che livello siamo e come possiamo migliorarci , su cosa dobbiamo lavorare di piu’ , insomma un importante stimolo all’ autocritica.
Diventando CPN poi si diventa anche CPS (Canon Professional Service) il che da diritto a tempi di riparazione certa dell’ attrezzatura ed altri vantaggi , diciamo che dopo qualche migliaio di Euro di attrezzatura acquistata Canon ti riconosce qualche vantaggio in caso di necessità.
Cosa ti piace di più della fotografia?
Difficile spiegarlo con precisione , la fotografia è immediata , diretta e semplice ma al contempo può portare con se messaggi , emozioni e ricordi molto intensi. Difficilissimo riuscire a gestire tutto questo e concentrarlo in un unico scatto ma quando ci si riesce be’ , non si puo’ certo dire che non ne valga la pena.
Raccontaci lo scatto a cui sei maggiormente affezionato...
Nella realtà non ho uno scatto preferito , non mi dispiace quello fatto alla Kostner al S.Valentino Ice Galà , ma ho anche qualche ritratto di mia moglie che mi piace , sono un po’ bizzoso con i miei scatti , qualche volta li guardo e mi piacciono altre volte invece non mi piacciono affatto , un giorno farò chiarezza.
Raccontaci un aneddoto divertente circa la tua professione...
Purtroppo è una di quelle situazioni che raccontate non sono proprio da ammazzarsi dalle risate , fatto sta che durante una sessione in studio con un’ aspirante modella accompagnata dalla madre ho assistito ad uno scambio di battute allucinanti tra l’ una e l’ altra (immaginarsi l’ espressività mostrata durante la sessione successiva) , veramente a livello INSULTONI (in maiuscolo).
Grazie Matteo per l'intervista!
Ecco le altre foto di Matteo:
domenica 9 novembre 2008
Steve McCurry e Sharbat Gula
E’ una donna afghana di etnia pashtun. I pashtun sono un gruppo etnico-linguistico che vive principalmente nell’est dell’ Iran, nel sud est dall’ Afghanistan ed in alcune province dell’ovest del Pakistan.
Ciò che l’ha resa famosa in tutto il mondo è una fotografia scattata dal fotografo americano Steve McCurry durante il conflitto sovietico-afghano.
Sharbat Gula in quel tempo si trovava in un campo rifugiati in Afghanistan.
Gula rimase orfana durante il bombardamento dell’Afghanistan da parte dei russi.
Steve McCurry racconta come ha scattato quella doto. Si trovava da poco nel campo profughi, la sua guiida aveva iniziato a litigare con il capo del campo, e lui si è allontanato per non essere immischiato nella discussione. Ad un certo punto, all'interno di una delle tende, vede questa ragazzina...
“Ricordo il rumore e la confusione di quel campo profughi, quasi vent’anni fa. Chiesi il permesso all’insegnante di entrare nella tenda della scuola femminile e fotografare alcune scolare. La più timida di loro mi diede il permesso di fotografarla ed io scattai qualche fotogramma. Quando rividi la pellicola fui sorpreso dalla calma, dalla tranquillità“.
Aveva 13 anni e la sua immagine apparse sulla copertina del National geographic nel giugno del 1985.
Nel Gennaio 2002, Steve McCurry e un team di National Geographic, sono tornati a cercare la ragazza nel campo profughi di Nasir Bagh in Pakistan, dove era stata originariamente scattata la foto. Tramite una serie di contatti, questa è stata identificata come Sharbat Gula, attualmente sposata e residente in una remota regione dell’Afganistan con la famiglia.
Per avere la certezza dell’identità di Sharbat, il National Geographic si è avvalso di un metodo scientifico che permettesse l’inequivocabile conferma dell’identità della ragazza. Sono state applicate diverse tecniche, di alto livello scientifico come l’analisi del riconoscimento dell’iride e il metodo del riconoscimento facciale sviluppato dall’FBI.
La foto del 1984 è il risultato dell’unico incontro che Sharbat Gula avesse mai avuto con una macchina fotografica, e fino a Gennaio 2002, quando le è stata mostrata per la prima volta, non aveva mai visto la famosa fotografia.
Sharbat si è sposata poco dopo l’incontro con McCurry, ha avuto quattro figlie, una delle quali è morta. Appartenente all’etnia Pashtun, è oggi una moglie devota e una madre di famiglia saldamente legata alle tradizioni della sua cultura e della sua religione.
Sharbat Gula è diventata il simbolo della sofferenza di un’intera generazione di donne Afgane e dei loro bambini, e, per questo motivo, la National Geographic Society ha deciso di creare in suo nome uno speciale fondo di assistenza per lo sviluppo e la costruzione di opportunità educative per le giovani donne e le bambine Afgane. La National Geographic Society lavorerà in collaborazione con organizzazioni umanitarie senza fini di lucro e con le autorità locali afgane per l’implementazione del programma di assistenza.
«La storia di Sharbat è la metafora della vita di tutti i rifugiati», ha detto William L. Allen, redattore capo di National Geographic Magazine. «È giusto che lei possa essere di nuovo la protagonista della nostra copertina e che ci induca tutti a riconoscere le sofferenze inflitte al popolo che rappresenta».
Fonte:
http://www.stevemccurry.com/main.php
http://www.nital.it/
http://www.nikohk.com/
http://www.angioletto.net
http://marcobucci.wordpress.com
http://www.viaggioadagio.it/
Mostrta fotografica: "Ritratti nella Natura" di Teresa Malara
Per info: Teresa Malara
sabato 8 novembre 2008
CAMPIONATO ITALIANO DI FOTOGRAFIA NATURALISTICA 2008
Ecco le immagine vincitrici:
Primo premio a ALESSANDRO SALVINI di San Pietro Belvedere (PI) con l'opera: "Duello Aereo"
_______________________________________________
_______________________________________________
_______________________________________________
Fonte: foto-natura
Nadine in un anno
nadine di Kevin Tragester
Raccontare se stessi e la vita di tutti i giorni sembra essere una costante di molti fotografi contemporanei. Anche nel caso del fotografo americano Kevin Trageser possiamo parlare di questo tipo di fotografia.
La sua serie intitolata “Nadine”, che vede come protagonista una ragazza. Egli ha fotografato per un anno, con una immagine al giorno, la vita di Nadine.
La vediamo appena sveglia, mentre passeggia per la strada, mentre sorride al fotografo e così via. Il risultato è una visione intimista e delicata del rapporto che lega questa persona al fotografo, il quale mantiene un costante rapporto quotidiano con lei.
Lo stesso autore aveva documentato la vita di una famiglia di New Orleans, dopo il disastro creato dal’uragano Katrina, nel lavoro "Ninth Ward".
Fonte:
http://www.clickblog.it
venerdì 7 novembre 2008
Concorso Fotografico "Nonsolopuntaperotti"
Scova l'ecomostro con "Nonsolopuntaperotti", il concorso fotografico per MMS che va a caccia di brutture architettoniche e scempi paesaggistici per l'Italia.
Partecipare è semplice: per essere un "cacciatore" di ecomostri non servono grandi attrezzature, basta un po' di spirito di osservazione e un cellulare con cui fotografare il tuo ecomostro.
L'immagine deve essere scattata dal 1 ottobre 2008 al 28 febbraio 2009 e inviata a concorso@nonsolopuntaperotti.it.
Un'attenta giuria di fotografi, politici sensibili all'ambiente ed esperti del buono e del bello decreterà i vincitori.
Il concorso è aperto a tutti, a chi abita in Italia e a chi ci passa anche solo come turista.
I migliori "trofei" di questo insolito safari alla caccia dell'osceno, per il soggetto o per l'originalità dello scatto, saranno premiati a marzo.
Regolamento:
Nonsolopuntaperotti è un concorso riservato a immagini scattate da telefoni cellulari (mms).
La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti. Le immagini devono essere inviate esclusivamente per posta elettronica all'indirizzo concorso@nonsolopuntaperotti.it, a partire da mercoledì 1 ottobre 2008, entro e non oltre sabato 28 febbraio 2009, indicando per ogni immagine: titolo, nome dell'autore, recapito, luogo e data dello scatto.
Ogni autore può inviare un massimo di cinque fotografie. Ogni fotografia inviata dal medesimo autore dovrà avere un soggetto differente. Qualora due fotografie avessero lo stesso soggetto, una sola verrà ammessa al concorso ad insindacabile giudizio degli organizzatori.
Le fotografie dovranno essere inedite, non dovranno aver partecipato ad altri concorsi fotografici né alle edizioni precedenti di Nonsolopuntaperotti, dovranno essere state scattate tra il 1 ottobre 2008 e il 28 febbraio 2009 esclusivamente da telefono cellulare e dovranno avere per soggetto un "ecomostro" italiano (manufatti, edifici e costruzioni progettati e costruiti dall'uomo, particolarmente brutti o invasivi e non integrati con il paesaggio circostante, specialmente se quest'ultimo è di particolare pregio naturalistico, storico e culturale).
Lunedì 16 marzo 2009, mediante pubblicazione sul sito ufficiale del concorso www.nonsolopuntaperotti.it, saranno comunicati i risultati del concorso e i nomi dei vincitori.
La cerimonia di premiazione avverrà entro il 30 marzo 2009.
Nel sito www.nonsolopuntaperotti.it, oltre al presente regolamento e alla spiegazione delle finalità del progetto, sarà pubblicata l'intera galleria di immagini ammesse al concorso, ovvero approvate dall'Associazione Nonsolopuntaperotti.
All'interno della pagina con la galleria di immagini verranno visualizzati i thumbnails (riproduzioni in formato ridotto) cliccando sui quali sarà possibile visualizzare la fotografia nel formato di dimensioni maggiori e/o originali.
I vincitori, in numero di tre ad ex aequo saranno decretati ad insindacabile ed inappellabile giudizio della Giuria. I vincitori, in numero di quattro ad ex aequo, saranno decretati ad insindacabile ed inappellabile giudizio della Giuria. In premio per ciascun vincitore una fotocamera digitale e l'abbonamento annuale alla rivista "Fotografia".
L'ammissione di un'immagine al concorso non rappresenta un giudizio di merito della Giuria sull'appartenenza del soggetto alla categoria degli "ecomostri". L'esclusione di un'immagine dalla terna vincitrice non rappresenta un'assoluzione da parte della Giuria al soggetto della stessa. La partecipazione al concorso, la pubblicazione delle immagini, la scelta e la pubblicizzazione dei vincitori rientra all'interno del diritto di critica, così come definito dalla Corte Suprema di Cassazione: "il diritto di critica non si concreta, come quello di cronaca, nella narrazione veritiera dei fatti, ma si esprime per sua natura in un giudizio, che, come tale, non può che essere soggettivo rispetto ai fatti stessi, per la valutazione dei quali non valgono i soli canoni ermeneutici della verità, della continenza e dell'interesse sociale".
L'Associazione Nonsolopuntaperotti si riserva il diritto di non visualizzare nel sito le fotografie che riterrà non opportuno esporre per qualsivoglia motivo.
Ogni partecipante dichiara di essere autore delle fotografie presentate in concorso, di essere titolare dei diritti sulle stesse e responsabile del contenuto. Altresì ne autorizza la pubblicazione, sia in internet che sulla stampa cartacea e l'esposizione in occasione di particolari eventi senza compenso alcuno, sollevando l'Associazione Nonsolopuntaperotti da ogni responsabilità.
Ogni partecipante condivide con l'Associazione Nonsolopuntaperotti i diritti per l'eventuale utilizzazione commerciale delle fotografie. I partecipanti al concorso saranno informati dell'esito del concorso dalla newsletter "marcellosaponaro.it" alla quale saranno automaticamente iscritti e dalla quale potranno cancellarsi in qualsiasi momento.
La giuria:
* Marcello Saponaro
(Presiede la giuria)
* Stefano Zecchi
(Professore di Estetica Università di Milano)
* Guido Pollice
(Presidente nazionale Verdi Ambiente e Società Onlus)
* Fabio Fimiani
(Giornalista di Radio Popolare)
* Edoardo Raspelli
(conduttore televisivo)
* Giorgio Nebbia
(Professore di Merceologia Università di Bari)
* Marco Formento
(Consigliere Delegato Secolo XIX)
* Nicola Mattina
(Consulente ICT)
* Luca Conti
(Consulente per i Social Media)
* Fabio Treves
(fotografo e bluesman)
* Silvia Tenenti
(fotografa)
* Aurora Ghini
(community Manager e fotografa)
* Maurizio Rebuzzini
(direttore di FOTOgraphia)
* Uliano Lucas
(fotografo)
* Giuseppe Civati
(Consigliere Regionale della Lombardia)
Fonte:
giovedì 6 novembre 2008
Castel Gandolfo Fotografia
PROGRAMMA UFFICIALE DELLA MANIFESTAZIONE
MERCOLEDI’, 12 NOVEMBRE
- ORE 10,00 Riunione della giuria dei concorsi “CASTELLI ROMANI FOTOFESTIVAL” e "Guardando gli animali", concorso riservato agli alunni delle scuole elementari, medie e superiori, presieduta dai Sindaci dei Comuni partecipanti.
- ORE 18,00 Accoglienza e registrazione ospiti.
GIOVEDI’, 13 NOVEMBRE
- ORE 9,00 GRAND HOTEL HELIO CABALA: Foto di gruppo.
- ORE 9,30 SALA PAVILLON Christian Keenan WEDDING PHOTOGRAPHER
- ORE 12,30 Fine Lavori.
- ORE 13,00 SALA VERANDA Pranzo.
- ORE 15,00 SALA PAVILLON Sergio Porrini VIRTUAL TOUR - IMMERSIVE
- ORE 15,00 SALA AMBASCIATORI Gianluca Catzeddu PHOTOSHOP ADVANCED 1°
- ORE 15,00 SALA CABALINO Mauro Boscarol INDESIGN CS3
- ORE 15,00 SALA BORGO Gianni Russo PHOTOSHOP BASIC TO INTERMEDIATE 1°
- ORE 19,00 Finelavori
- ORE 20,30 SALA VERANDA: Cena - Free time
- ORE 9,30 SALA PAVILLON Maurizio Valdarnini EDUCATIONAL
- ORE 12,30 Fine Lavori
- ORE 13,00 SALA VERANDA Pranzo.
- ORE 15,00 SALA PAVILLON Flavio Bandiera IL MATRIMONIO
- ORE 15,00 SALA AMBASCIATORI Gianluca Catzeddu PHOTOSHOP ADVANCED 2°
- ORE 15,00 SALA CABALINO Mauro Boscarol INDESIGN CS3
- ORE 15,00 SALA BORGO Gianni Russo PHOTOSHOP BASIC TO INTERMEDIATE 2°
- ORE 19,00 Fine Lavori
- ORE 20,30 SALA VERANDA: Cena - Free time
SABATO, 15 NOVEMBRE
- ORE 9,30 SALA PAVILLON Karl Louis GLAMOUR
- ORE 12,30 Fine Lavori
- ORE 13,00 SALA VERANDA Pranzo.
- ORE 14,30 SALA PAVILLON Marcelo Rubi RITRATTO
- ORE 14,30 SALA AMBASCIATORI Gianluca Catzeddu PHOTOSHOP ADVANCED 3°
- ORE 14,30 SALA CABALINO Mauro Boscarol INDESIGN CS3
- ORE 14,30 SALA BORGO Gianni Russo PHOTOSHOP BASIC TO INTERMEDIATE 3°
- ORE 18,00 Fine Lavori
- ORE 19,30 SALA PAVILLON Ringraziamenti-Proiezione video evento - Attestati - omaggio prodotti tipici dei Castelli Romani
- ORE 20,30 SALA VERANDA Cena di Gala
DOMENICA 16 NOVEMBRE
- ORE 10,00 Partenza ospiti
- ORE 13,00 PIAZZA DI ARICCIA Premiazione del 1° concorso fotografico "Castelli Romani Fotofestival"
N.B. L'organizzazione si riserva il diritto di apportare modifiche al programma.
VENERDI’, 14 NOVEMBRE
Qua il sito dell'evento con tutte le informazioni.
mercoledì 5 novembre 2008
Intervista a Raffaello Di Lorenzo
Nome: Raffaello
Cognome: Di Lorenzo
Sito Web: RaffaelloDiLorenzo
Blog: in fase di progettazione
Da quanto tempo ti dedichi alla fotografia?
15 anni
Sei autodidatta, o hai segito una scuola?
autodidatta
Qual'è il tuo campo principale?
ritratti e fotografia artistica
Perché i tuoi clienti ti scelgono?
perchè a loro piace il modo in cui ogni album viene fatto su misura per la coppia. , io amo questo lavoro e amo relazionarmi con le persone.Sono molto empatico e questo le persone lo percepiscono. Non è raro che dopo il matrimonio si sviluppo un rapporto di amicizia.
Inoltre sono convinto che siamo cirocndati dalla bellezza, io la cerco e la mostro. Quale coppia non desidera vedersi bella? Per molte persone questo è veramente l'unica occasione in cui pagano un professionista perchè gli faccia un servizio fotografico. E desidero che per loro sia una delle esperienze più belle. Ognuno di noi è unico e voglio che loro si trovino unici, perchè lo sono realmente.
Cosa offri di più rispetto agli altri colleghi fotografi?
Come dicevo prima do molto importanza ai miei clienti. Vado a casa loro, li conosco, ci passo del tempo insieme, gli mostro come nasce un album fotografico. Non li considero solo clienti, ma collaboratori.
Con loro e grazie a loro creiamo un racconto, il più bel racconto della loro vita...si spera :)
Un'altra cosa che amo sono le tecniche di miglioramento personale e meditazione. Tra le varie cose ho studiato comunicazione empatica, tecniche di rilassamento e gestione dello stress.
Questo mi porta ad essere anche un valido supporto prima e durante la cerimonia. Lo faccio perchè sono emotivamente portato a farlo e questo viene percepito. Non sono solo un professionista sono soprattutto un loro collaboratore. Se vincessi al lotto mi metterei a farlo gratis :-)
Inoltre amo il fotoritocco, lo amavo quando stampavo in camera oscura e lo amo adesso grazie ai software di fotoritocco. Sono alla continua ricerca di nuove tecniche che mi permettano di migliorare in questo aspetto e questo mi ha reso molto abile anche nella elaborazione delle immagini.
Seguo tutto il processo produttivo e ne rendo partecipe il cliente.
Oltre a questo lavoro anche come artista. Sono tra gli artisti permanenti che collaborano con la Galleria di arte contempranea Kamaver inserita tra le 50 galleria più importanti al mondo secondo la rivista Flash Art
e anche con altri galleristi.
Che attrezzatra utilizzi?
Canon
Cosa ti piace di più della fotografia?
La sua forza espressiva, la possibilità che offre a tutti di esprimersi e di riscattarsi.
Raccontaci lo scatto a cui sei maggiormente affezionato...
Bè "Sorriso nascosto" è l'immagine della donna che amo, quindi c'è un legame affettivo, e credo che anche chi è estraneo riesca a percepire le emozioni che documenta.
Raccontaci un aneddoto divertente circa la tua professione:
Non mi viene in mente nulla :-)
Grazie Raffaello per l'intervista!
Ecco le altre immagini di Raffaello Di Lorenzo: