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venerdì 31 ottobre 2008

Intervista a Henry Cartier Bresson rilasciata a Ferdinando Scianna

Su Radio Rai 3 c'è l'intervista da Henry Cartier Bresson rilasciata a Ferdinando Scianna in occasione del suo 90 compleanno.
E' un documento molto importante, da seguire con attenzione.

Qua l'intervista.

giovedì 30 ottobre 2008

Intervista a Ludovico Fossà

Questa volta abbiamo intervistato Ludovico Fossà, un grandissimo fotografo di Still life, con un'esperienza più che ventennale nel proprio campo.

Nome:
Ludovico

Cognome:
Fossà

Sito Web:
LudovicoFossà.it

Studio: (indirizzo e ragione sociale del tuo studio)
Ludovico Fossà fotografo.
Via Augusto Anfossi 36
20135 Milano

Da quanto tempo ti dedichi alla fotografia e come hai iniziato la professione?
All’età di 14 anni, la Fotografia decise di rapirmi. Io non opposi resistenza. Cominciai quasi subito a fotografare oggetti.
Mi divertivo soprattutto a fotografare ciò che si può comunemente trovare in una casa ed a cui non si fa più molto caso: tazzine da caffé, libri, penne, bottiglie, bicchieri, ecc…
Lo still life, o meglio ciò che solo dopo qualche anno avrei scoperto chiamarsi still life, fu subito il mio principale interesse fotografico.
Interrotti gli studi Universitari a causa di un errore di valutazione, poiché non è tanto la Chimica (Facoltà a cui mi ero iscritto) ad interessarmi quanto la Fisica e la Matematica, decisi di trasformare una delle mie passioni in un mestiere.
Cercai un posto come assistente fotografo e all’inizio del 1978 cominciai l’avventura.

Sei autodidatta, o hai seguito una scuola?
La mia scuola è stata l’attività d’assistente, dal 1980 al 1988, presso lo studio di un professionista dalle grandissime qualità tecniche, creative ed umane.
Una scuola che mi ha permesso non solo d’imparare il mestiere, ma anche la gestione di un’attività commerciale, la gestione dei clienti, ecc…
E’ stato un periodo costellato di sacrifici ma che ricordo con commozione.

Qual è il tuo campo fotografico principale?
Mi occupo quasi esclusivamente di Still-Life.
E’ il genere fotografico che mi affascina; quello col quale riesco ad esprimermi e che, più d’ogni altro, mi dà soddisfazione.
La creazione completa dell’immagine e la manipolazione della luce per “piegarla” ai propri voleri, sono gli elementi fondamentali della foto in studio, ed è ciò che mi diverte di più.

Perché i tuoi clienti ti scelgono?
Tre parole: professionalità, disponibilità, passione.

Cosa offri di più rispetto agli altri colleghi fotografi?
Non credo di offrire, in generale, qualcosa di più rispetto ad altri.
Avendo a che fare con me immagino si percepisca, in modo inequivocabile, la sconfinata mia passione per questo mestiere.
Una passione che si auto-alimenta attraverso la professione.
Convinzione diffusa, infatti, è che la professione spenga in qualche modo la passione; per quel che mi riguarda è esattamente il contrario.
E’ la continua crescita tecnica e creativa, inevitabile per un professionista di qualunque ramo e attività, che alimenta la passione.

Che attrezzatura utilizzi?
Nel periodo “chimico”, ossia dal 1988 al 2002, l’attrezzatura da ripresa era composta da un banco ottico (prima Fatif DS 4×5 e poi SinarP2 in formato 4×5 e 8×10) e dalla Mamiya RB67.
Dal 2002 utilizzo esclusivamente attrezzatura digitale.
Mi avvalgo di un Dorso Digitale Hasselblad Ixpress 96C che equipaggia il banco ottico (la mia solita SinarP2) e due Nikon: una D100 e una D200.
Una “riconversione”, dalla chimica al digitale, molto positiva. Soprattutto sul fronte della possibilità di controllo sul completo workflow.
I software sono FlexColor di Hasselblad, CaptureNX2 di Nikon e l’immancabile, insostituibile Photoshop; strumento col quale ho un rapporto ormai quasi “ombelicale”.
Il parco luci di cui dispongo è composto di cinque generatori flash da 3200 Ws e le relative torce tra cui due bibulo da 6400. Parabole di varie fogge e dimensioni, griglie, softbox, una Fresnel.
Due stativi a colonna, svariati treppiedi, ecc…
Tuttavia gran parte degli accessori che uso proviene da negozi di ferramenta, Centri Brico o supermercati.
Come pannelli riflettenti, ad esempio, uso i coperchi delle vaschette alimentari d’alluminio (i Cuki, per intenderci) che ritengo siano ciò che di più efficiente e versatile si possa sperare di trovare.

Cosa ti piace di più della fotografia?
Domanda a cui è difficile rispondere...
Direi, come già precedentemente affermato, la manipolazione della luce.
La costruzione totale dell’immagine. Il fatto che non vi sia alcun particolare lasciato al caso.
Non amo molto, infatti, le situazioni nelle quali vi sia una percentuale troppo elevata d’imponderabile e di casuale.
Forse è per questo che preferisco lavorare con soggetti che stanno immobili per delle ore sotto le luci, senza protestare.

Raccontaci lo scatto a cui sei maggiormente affezionato...
Ve ne sono diverse ma se devo sceglierne solo una, direi questa che risale all’Agosto 1985.



In quell’estate di oltre vent’anni fa decisi di realizzare il mio primo portfolio. Questa è una delle immagini di quella serie. Ero ancora assistente fotografo e sarebbero passati quasi tre anni prima di riuscire a prendere il coraggio a quattro mani e “camminare” con le mie gambe.
E’ dunque una foto che mi fa rivivere l’entusiasmo di quei tempi. Lo stesso entusiasmo che ancora oggi, inossidabile, mi sostiene.

Raccontaci un aneddoto divertente circa la tua professione...
Difficile identificarne uno. Mi viene in mente questo: nello still life occorre meticolosità, pignoleria e di conseguenza tempo, ogni tanto però…
Avevo l’incarico di fotografare un capo d’abbigliamento. Il cliente aveva l’esigenza di controllare se mi fosse stato consegnato quello giusto. Buttai quindi il capo sotto il set e scattai a casaccio solo per poter mandare, via e-mail, una bassa risoluzione in modo che mi si potesse confermare la corretta consegna. Il cliente fu però entusiasta di quella foto e quindi, perplesso ed incredulo, gli trasmisi anche l’alta risoluzione.
Credo che il tempo necessario per realizzare quella foto non fu superiore a 20 secondi!

Grazie Ludovico per l'intervista!

Le altre foto di Ludovico:






World Press Photo 2008 per la prima volta a Torino

World Press Photo 2008 per la prima volta a Torino

Dal 7 al 27 novembre i migliori scatti di fotogiornalismo in mostra

al Museo Regionale di Scienze Naturali

Le 200 fotografie di fotogiornalismo più belle del mondo in mostra a Torino dal 7 al 27 novembre al Museo Regionale di Scienze Naturali. Per la prima volta a Torino si potranno ammirare le immagini del premio World Press Photo 2008, selezionate tra le migliaia inviate alla World Press Photo Foundation di Amsterdam da fotogiornalisti, agenzie, quotidiani e riviste provenienti da ogni angolo del pianeta. Immagini che rappresentano uno spaccato della nostra epoca raccontato attraverso gli eventi cruciali del nostro tempo. La mostra è organizzata dal Torino Olympic Park in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali di via Giolitti 36, sede della mostra.

Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13;

Per info: worldpressphoto@top2006.it

Il premio World Press Photo rappresenta uno dei più importanti riconoscimenti nell’ambito del fotogiornalismo. Una giuria indipendente formata da esperti sceglie ogni anno tra migliaia di immagini le fotografie più significative che vengono suddivise in 10 categorie tematiche. Le fotografie premiate vengono esposte in 66 prestigiosi musei e gallerie di tutto il mondo o in luoghi significativi come il Palazzo delle Nazioni Unite a New York con l’unico vincolo che tutte le immagini selezionate vengano esposte senza alcuna censura. La mostra di Torino rappresenta un’occasione unica per vedere raccolte le immagini più forti, sensazionali e rappresentative che hanno documentato e illustrato gli avvenimenti di questo ultimo anno sui giornali di tutto il mondo. In Italia la mostra è già stata ospitata presso la Galleria Carla Sozzani di Milano e al Museo di Roma in Trastevere. La tappa di Torino è una delle ultime del lungo itinerario che continuerà attraverso il Giappone, la Polonia, la Slovenia per conludersi in l’Austria, a dicembre.

Per l’edizione 2008, la giuria ha preso in esame 80.536 immagini scattate nel 2007, inviate da 5.019 fotografi professionisti provenienti da 125 paesi. Nella selezione finale sono stati premiati 59 fotografi provenienti da Australia, Belgio, Bulgaria, Canada, Cina, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Israele, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Russia, Sudafrica, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Ungheria e Zimbabwe.
Rispetto all’edizione 2007, si è registrato un incremento del 20% di fotografi provenienti da Paesi del centro e sud America. Il numero più alto di fotografi che hanno sottoposto il proprio lavoro alla World Press Photo Foundation spetta agli Stati Uniti, con 748 professionisti dell’immagine, seguiti dalla Cina, con 400 fotografi. Anche l’India, con i suoi 165 fotografi, ha goduto di una buona rappresentanza. Tra i vincitori nelle diverse categorie si segnalano quattro fotografi italiani: Francesco Zizola, Simona Ghizzoni, Stefano de Luigi e Massimo Siragusa.


FOTO DELL’ANNO
Ad aggiudicarsi il riconoscimento principale come “FOTO DELL’ANNO 2007” è stato il fotografo inglese TIM HETHERINGTON. La fotografia premiata mostra un soldato che giace sfinito nel bunker “Restrepo”, che prende il nome da un compagno del suo plotone ucciso dagli insorti, nella zona orientale dell’ Afghanistan. L’immagine è parte del reportage realizzato per la rivista Vanity Fair, premiato anche nella categoria General News Stories.

Tutti i dettagli della mostra e una galleria di immagini dei lavori premiati sono presenti sul sito www.worldpressphoto.org.

Il World Press Photo gode del sostegno della Lotteria Olandese dei Codici Postali ed è sponsorizzato in tutto il mondo da Canon e TNT.

Alcune informazioni sulla World Press Photo Foundation

World Press Photo Foundation, fondata nel 1955, è un’istituzione internazionale indipendente per il fotogiornalismo, senza fini di lucro con sede in Olanda. Scopo principale della Fondazione è l’organizzazione del concorso e della relativa mostra. Ogni anno viene pubblicato in 6 lingue un catalogo che presenta i lavori premiati. La Fondazione si avvale di uno staff di 25 persone.

La Fondazione cerca inoltre di riunire i migliori fotografi internazionali per dar loro la possibilità di discutere sui principali temi di attualità legati al fotogiornalismo. Ogni anno la premiazione viene preceduta da due giorni di proiezioni e seminari sulla fotografia con l’intervento di numerosi esperti di settore. Un’occasione che permette a fotografi, picture editors e giornalisti provenienti da tutto il mondo di incontrarsi. L’indipendenza della Fondazione, la rende un efficace e libero ponte tra persone provenienti da situazioni e realtà diverse.

World Press Photo Foundation è attiva anche nei paesi emergenti e del terzo mondo dove diffonde le leggi del copyright nella commercializzazione della fotografia, la visualizzazione e l’editing dei servizi fotogiornalistici. World Press Photo ha inoltre organizzato seminari in diversi paesi, tra cui Bosnia-Herzegovina, Bangladesh, Argentina, Perù, Colombia, Brasile, Zimbabwe, India con l’intento di contribuire allo sviluppo di società più democratiche e rispettose dei diritti d’informazione. Questi seminari sono una delle attività fondamentali della Fondazione.

Dal 1994 World Press Photo propone un’iniziativa di alto contenuto formativo: il JOOP SWART Masterclass, un corso gratuito di perfezionamento, aperto a giovani fotografi selezionati da una giuria di esperti del settore. Il corso è tenuto in autunno a Amsterdam da insegnanti qualificati in diverse discipline legate al fotogiornalismo.

mercoledì 29 ottobre 2008

Mamiya DL28 - La Nuova Medio Formato Digitale -

Mamiya ha annunciato una nuova medio formato digitale, la Mamiya DL28.

La dimensione dei singoli pixel, sul sensore da 28 megapixel, è di 7,2 micron. La Mamiya DL28 offre una gamma dinamica di 12 stop, elaborazioni delle immagini a 16bit e iso che possono variare nell’intervallo 50-800.

Lo schermo montato è un touch screen da 3,5 pollici ad alto contrasto. Questa fotocamera genera file raw da 53 mb e file tiff da 159 mb. Sarà disponibile da novembre al prezzo indicativo di 14999$.

Qua la recensione della DL28.

martedì 28 ottobre 2008

Le modelle di Settimio Benedusi

Il grande fotografo di moda Settimio Benedusi, in collaborazione con Max, inizia una nuova sfida:
Max casting: le modelle di Benedusi

L'obiettivo è individuare le modelle di domani e dare loro visibilità, sul sito e sul mensile Max.
«L’idea è quella di scoprire nuovi volti: che di per sè non è un’idea per nulla nuova, ma nel nostro caso ha una qualità che la rende unica. Mentre, infatti, la maggior parte delle iniziative promette di eleggere la modella dell’anno, della città, dell’Italia o quant’altro (lasciando però nel vago qualsiasi sviluppo sui media) noi vogliamo perdere meno tempo in estenuanti concorsi, per arrivare subito alla sostanza: la pubblicazione sul sito di Max e sul giornale. Insomma: niente fumo, solo arrosto![...]»

Qua la biografia dell'artista.

Fonti:
Settimio Benedusi
Max


lunedì 27 ottobre 2008

30esimo anniversario della rivista "American Photo

La rivista "American Photo" per festeggiare il 30esimo anniversario ha realizzato un servizio fotografico con la top model brasiliana Gisele Bundchen realizzato da Nino Munoz. Immagini di grande bellezza formale oltre che, naturalmente, di sensualità (Master Photo Milano)



Fonte: Repubblica.it
Teresa Malara ci ha mandato questo lavoro con alcune immagini di backstage.
Presto anche la sua intervista.
Teresa ci dice:
"Lo staff della sessione dello shooting era composto:
Stylist: Stefania,
Model: Alisia,
Model: Francesca,
HairStylist: Rita,
MakeUpArtist: Lorena
Photographer: Teresa Malara
E' stata una bellissima giornata, ero cosi contenta!!! Quando si tratta di fare le foto, non mi fermo più!!!!! Avevo l'adrenalina in circolo e sopratutto mi ha fatto molto piacere conoscere queste persone!!




Abbiamo lavorato dalle 9.30 alle 19.30... quante ore... eravamo tutte distrutte e stanche ma soddisfatte per come abbiamo svolto il nostro lavoro."

Ed ecco il risultato finale:

Nuova Canon EOS 5D Mark II

Da qualche tempo la Canon ha presentato la nuova EOS 5D Mark II

Caratteristiche

* Sensore CMOS a pieno formato da 21,1 Megapixel
* Processore DIGIC 4
* Sensibilità ISO espandibile a 25.600
* Registrazione video Full HD (1080, 30 fps)
* Display LCD VGA da 3” ad alta risoluzione con modalità “Live View”
* Velocità di scatto di 3,9 fps per immagini JPEG fino a riempimento scheda
* Sistema AF a 9 punti + 6 punti Assist AF
* Corpo in lega di magnesio

Qua in anteprima la guida in inglese.

Selezione opere per mostra "Routes the way to integration"

L’ente Veneto Lavoro, agenzia per l’impiego della Regione Veneto insieme ad un gruppo di partner internazionali sta organizzando una mostra fotografica/visiva nel quadro di un progetto finanziato dalla Commissione Europea che tratta i temi della convivenza, l’integrazione e il dialogo fra culture.

La mostra, che si terrà a Bruxelles dal 4 al 31 dicembre di quest’anno, vuole essere un’occasione per mostrare attraverso l’arte della fotografia quei momenti presi dalla vita di ogni giorno, che in qualche modo celebrano la positiva convivenza fra le culture e le persone - italiani e stranieri - che sempre di più fanno parte della società civile di oggi.
Pensiamo che la mostra, che si terrà nel cuore di Bruxelles (Halles Siant Gery) in un mese molto affollato, possa offrire un una splendida opportunità ad artisti e appassionati del linguaggio fotografico di comunicare in un linguaggio universale gli aspetti più “veri” e “positivi” dei processi di dialogo e convivenza, e di farsi conoscere a livello internazionale.
Per questo motivo cerchiamo opere su questo vasto tema, che puntiamo ad esporre durante la manifestazione e vi invitiamo a inviarci le vostre foto per esibire le più significative alla mostra, con la possibilità di farvi conoscere e di pubblicarne una versione web sul sito del progetto.
Tutti i diritti e il riconoscimento degli autori saranno rispettati, ma non è previsto alcun compenso o premio, poiché i regolamenti della Commissione Europea non lo consentono.

La scadenza per ricevere le vostre opere (1 sola foto verrà scelta per autore) è il 10 novembre 2008, per permettere di predisporre le stampe per la mostra. Cercheremo di esibire il maggior numero di foto possibile.

COME FARE PER PARTECIPARE:

Inviate la vostra foto per via elettronica a sandra.rainero@venetolavoro.it e andrea.condotta@gmail.com con il vostro nome, titolo e la liberatoria (che trovate qui). Alternativamente, se la foto non è in versione digitale, potete spedirla all’indirizzo in calce. La dimensione delle foto non può superare i 70 cm dal lato più lungo. Foto che perverranno dopo la scadenza del 10 novembre non potranno, per ragioni organizzative, essere considerate.
Verrà comunicato agli autori delle foto scelte (a giudizio insindacabile dell’ente) la modalità dell’esposizione. Le foto non saranno restituite, ma archiviate da Veneto Lavoro.

A: VENETO LAVORO
C/A Sandra Rainero
Via Ca’ Marcello 67/b
30172 Venezia Mestre

fax +39.041.2919312

Fonte:
http://www.myspace.com/routesconcorso
http://www.projectroutes.com/en/

domenica 26 ottobre 2008

ANTOLOGIA DI GIANNI BERENGO GARDIN

SANSEPOLCRO PALAZZO PICHI SFORZA, Via XX Settembre, 134 - Arezzo
24 OTTOBRE - 8 DICEMBRE 2008
Orario apertura: 10.00 -12.30 e 15.30 - 19.30
Giorno di chiusura: Martedì

ANTOLOGIA DI GIANNI BERENGO GARDIN

Qua maggiori informazioni.

Fonte:
Mercurio Promozioni

Mostra Man Ray - Unconcerned but not indifferent / Incurante ma non indifferente

Man Ray, grande protagonista dell'arte di avanguardia del primo Novecento (Filadelfia 1890 - Parigi 1976), come non era stato sinora mai visto e raccontato in Italia: è questo il taglio originale della mostra, ricca di capolavori insieme ad opere inedite o rare, di sorprese e di suggestioni che viene presentata dal Museo MAN di Nuoro. Già il titolo, "Uncorcened but non indifferent", introduce alla conoscenza in diretta di una esperienza in cui vita e arte si intrecciano in modo "incurante ma non indifferente". Disegni, fotografie, dipinti, sculture, oggetti personali, documenti provengono tutti dalla collezione del Man Ray Trust di Long Island a New York. La fondazione creata dopo la morte dell'artista dalla moglie Juliet possiede oltre 2000 pezzi rappresentativi di sessant'anni di attività creativa. Circa 300 ne sono stati selezionati dai curatori Noriko Fuku (curatrice indipendente giapponese, vive e lavora tra gli Stati Uniti e il Giappone) e John Jacob (curatore indipendente e direttore della Fondazione Inge Morath a New York) per essere esposti al MAN. Ricostruiscono un percorso straordinario che si svolse in quattro tappe fondamentali a New York, Parigi, Los Angeles, e ancora Parigi, nel tempo creativo fra Dada e Surrealismo.
Appaiono così nuove prove anche del rapporto stretto intrattenuto da Man Ray con altri artisti: col grande amico Marcel Duchamp innanzi tutto (c'è un documento inedito sul "Grande Vetro"), con Max Ernst (una composizione di frottages eseguita a quattro mani), e Picasso, Léger, Mirò. Di assoluto interesse sono le lastre fotografiche e gli strumenti dei suoi rayogrammes degli anni Venti - le foto eseguite a contatto diretto con gli oggetti -, foto per Les main libres degli anni Trenta, polaroid dei Sessanta, gioielli per la moglie. Insieme, la sua bombetta, il suo bastone, lettere, il manoscritto iniziale della sua autobiografia e le testimonianze di una inesausta curiosità che si spinse ad inventare anche un prodotto chimico fotografico e una scacchiera magnetica.
Così "Unconcerned but not indifferent" offre al pubblico l'opportunità di coinvolgersi in una avventura di irrequieta ricostruzione visionaria del mondo, che segna ancora la società e la cultura del nostro tempo.

Dal 24 ottobre 2008 al 6 gennaio 2009

MAN - Museo d'arte di Nuoro
Via Sebastiano Satta 15
Nuoro
info@museoman.it
http://www.museoman.it/

Fonte: teknemedia

Nick Ut e Phan Thi Kim Phuc

Lo scatto riasale al 1971, e ritrae una bambina di nove anni, disperata, che correva nuda perché gli indumenti che aveva indosso erano stati bruciati con la sua pelle dalle bombe al napalm, lanciate dagli americani su Trang Bang, il suo villaggio. Il fotografo Huynh Cong Ut, conosciuto dai suoi colleghi come Nick Ut, si trovava in quelle zone per realizzare un servizio fotografico per conto dell'Associated Press: fotografava i vietnamiti che fuggivano (chi riusciva a farlo), dai villaggi incendiati con il napalm.
Il ragazzo in primo piano, Tom, è il fratello più grande di Kim Phuc, è sopravvissuto all'attacco ma ha perso un occhio.
Nick Ut, il fotografo, dopo il famoso scatto, versò acqua sulla bambina, prese lei ed altri bambini e li portò in un ospedale vicino Saigon.

Questa celebre fotografia venne premiata con il premio Pulitzer nel 1972, Questo scatto diventata un simbolo delle atrocità della guerra del Vietnam sconvolse gli Usa e il mondo.

La piccola Kim Phuc, trascorse quattordici mesi in ospedale, subì 17 operazioni per guarire dalle gravi e orrificanti ustioni sulla sua pelle. Diventata grande, ha studiato medicina. Ora è ambasciatrice dell'Unesco, vive in Canada, è moglie e madre, e ha chiamato il figlio Huan, Speranza.

30 anni dopo Kim teme di “dover tornare” in un lungo insanguinato dalla guerra. Di mestiere fa l’ambasciatrice dell’Unesco, conosce, per averla subita, la guerra e per questo la odia.







Fonti:
http://digilander.libero.it/davis2/lezioni/guerra%20del%20vietnam/fotografia%20e%20vietnam.htm
http://andreacioffi.wordpress.com/2007/06/11/vietnam-1972-nick-ut/
http://www.apimages.com
http://virtualblog.splinder.com/archive/2007-05

sabato 25 ottobre 2008

Camerapedia

Camerapedia è un’enciclopedia libera, in quanto rilasciata sotto licenza GNU FDL, dove è possibile raccogliere informazioni sulle macchine fotografiche, dalle più recenti a quelle più vecchie.
Camerapedia
Da conultare ogni tanto...

venerdì 24 ottobre 2008

Mostra Hemult Newton a Madrid

Alcune di queste immagini fanno parte della storia della fotografia. Molti avranno riconosciuto l'inconfondibile stile di uno dei grandi maestri della fotografia di tutti i tempi: Hemult Newton. Ed è anche per questo motivo che ogni volta che nel mondo giunge notizie di una mostra si parla in termini di evento. Quello che pubblichiamo in questa galleria è una parte della collezione che "La Fabrica" di Madrid offre al pubblico degli appassionati. Immagini firmate dal'autore che raccontano di un erotismo che non ha precedenti artistici di tale spessore. Non c'è mai volgarità, nessuno scatto è occasionale ma frutto della perizia tencica e artistica di un maestro nel vero senso della parola. Dopo di lui nulla è stato più lo stesso, ed è per questo motivo che Newton continua a occupare uno spazio centrale nella fotografia. Il merito di questa piccola rarità va naturalmente a "La Fabrica" uno dei centri culturali più attivi di Spagna. Un piccolo scrigno dentro cui è possibile ritrovare il piacere di guardare all'arte con rinnovato interesse mischiando generi diversi per capire meglio le realtà che ci circondano. Assolutamanete da visitare il sito di uno dei centri più interessanti del Paese.

Fonte:
Repbblica.it
La Fabrica

Adobe Lightroom 2.1

Adobe ha rilasciato la versione 2.1 di Lightroom. Oltre a nuove funzionalità, la nuova versione di Lightroo, supporta alcune delle nuove fotocamere uscita da poco sul mercato, tra cui: Canon 50D, Canon 1000D, Nikon D700, Nikon D90, Sony A900 e molte altre.

Sono stati inoltre corretti alcuni bug riscontrati nella versione 2.0.

L’aggiornamento (disponibile sia per Windows che per Mac) è scaricabile qui.

Click Up & Photo-link

La tradizione spiana la strada all'innovazione. Click up si evolve e da' il via alla... rivoluzione! Apif e Foto-Notiziario presentano Click Up & Photo-link, la grande nuova rivoluzionaria fiera degli eventi dedicata ai professionisti della fotografia. Tre giorni di vere opportunità:
• ti occupi di pubblicità ed editoria? conferenze e incontri personali per mostrare direttamente il tuo lavoro ad art director, agenti, responsabili editoriali
• ti occupi di fotografia creativa e di ricerca? conferenze e incontri diretti con galleristi e critici d’arte ai quali presentare la tua produzione creativa
• ti occupi di fotografia di matrimonio e ritratto? sessioni con ragazzi e ragazze che cercano fotografi per i loro book e incontri con responsabili casting
• vuoi essere sempre aggiornato sulla tecnica? mini-workshop continuativi sulle tecniche di ripresa: moda, still-life, ritratto e il contatto diretto con i più importanti distributori di attrezzature professionali
• vuoi guadagnare crediti IPP? Il FIOF organizzerà durante il Click Up una sessione formativa valida per il percorso di qualificazione IPP. Vai sul sito www.orvietofotografia.org per maggiori informazioni.
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E' online il nuovo calendario per il 2009 di Raffaello Di Lorenzo.



E' acquistabile qui:

http://www.lulu.com/content/4298271

giovedì 23 ottobre 2008

FABRIZIO DE ANDRÉ & PFM EVAPORATI IN UNA NUVOLA ROCK

Venerdì 24 ottobre alle ore 21.00, presso la Biblioteca Comunale "Palazzo Sormani" in Via Francesco Sforza 7 a Milano, si tiene la presentazione del libro a cura di Guido Harari e Franz di Cioccio

FABRIZIO DE ANDRÉ & PFM
EVAPORATI IN UNA NUVOLA ROCK



La storia e le foto di una tournée indimenticabile 1978-‘79
a cura di Guido Harari e Franz Di Cioccio

"L’idea di un tour con un gruppo rock sulle prime mi spaventò, ma il rischio ha sempre il suo fascino: proprio per questo, un tour insieme alla PFM poteva risolversi in una grande avventura. All’epoca ero tormentato da interrogativi sul mio ruolo, sul mio lavoro, sull’assenza di nuove motivazioni. La PFM mi risolse il problema, dandomi una formidabile spinta verso il futuro, stimolandomi a rimettermi a creare per non morire.
La nostra tournée è stata il primo esempio di collaborazione tra due modi completamente diversi di concepire e eseguire le canzoni. Un’esperienza irripetibile perchè PFM non era un’accolita di ottimi musicisti riuniti per l’occasione, ma un gruppo con una storia importante, che ha modificato il corso della musica italiana. Ecco, un giorno hanno preso tutto questo e l’hanno messo al mio servizio."
Fabrizio de André

Qua alcune delle immagini

Per la prima volta il diario ufficiale di un evento irripetibile: una sfida, un viaggio, un sogno controvento che, trent’anni fa, hanno rivoluzionato per sempre la musica italiana. Raccontato oggi da Guido Harari e Franz Di Cioccio attraverso fotografie in gran parte inedite e le testimonianze di tutti i protagonisti e di amici tra cui Claudio Baglioni, Angelo Branduardi, David Riondino e Vasco Rossi.



«Belìn, domani andiamo a Venezia, mi faranno la pelle», dice lui. «Ma Faber, che cazzo dici? Non esagerare», ribatto io. «Tu non puoi sapere», prosegue, «perché tra Genova e Venezia c’è sempre stata rivalità. Mi odiano». E io: «Roba antica». «No», insiste lui. «Stiamo vicini, stiamo uniti, so che mi capiterà qualcosa. Faranno saltare il concerto.» Fabrizio è come proiettato nello spazio-tempo di una neofaida stile Repubbliche Marinare. Al ristorante si lamenta che il pesce non è buono come a Genova («Venezia è sempre stata una palude») e io: «Guarda che te la stai cercando». «Ma questa è roba per turisti», liquida lui con una serie di provocazioni pesanti e via a cena, a snocciolare cenni storici pazzeschi.

Questa era una delle cose più affascinanti del tour. Quando raccontava cose, fatti, leggende, Fabrizio era imbattibile e sapeva tutto. Non c’era argomento su cui lui non avesse qualche aneddoto, qualche particolarità. Oltre alla storia ben nota dei Vangeli apocrifi, conosceva la versione underground di ogni tipo di argomento. Degli indiani sapeva che gli Uroni erano stronzi e che i Comanchi avevano sofferto di più, e i Cheyenne erano ladri di cavalli e poi passava dagli indiani ai Dogi, e ce n’era anche per loro, e ancora un salto temporale a parlar di García Lorca e
della guerra franchista.
Franz Di Cioccio


Durante le prove al palasport di Bologna giravo come una trottola tra palco e camerini cercando spunti per il reportage che avevo in mente per la copertina del disco live. Volevo cogliere qualche scintilla di «verità» che mi spiazzasse, confortandomi in una visione estetica non allineata della musica, distante dagli artifi ci e dalle moine del marketing. A un tratto, in un corridoio, la mia attenzione fu attratta da un mucchietto di vestiti appoggiati per terra. Immediato il ricordo dei cenci abbandonati dai desperados sulle rive dell’Oder-Neisse prima di passare clandestinamente a nuoto il confi ne tra Germania e Polonia. Ci volle un attimo per capire che quel mucchietto informe era Fabrizio che, azzerato dall’influenza, s’era addormentato contro un termosifone. Ci affezionammo entrambi a questa foto, tanto che lui me la volle chiosare con una parafrasi del Pescatore: «Col culo esposto a un radiatore s’era assopito il cantautore». È la mia foto preferita di tutte quelle che ho realizzato con lui nell’arco di vent’anni.
Guido Harari

Gli autori

Guido Harari. Nato al Cairo d’Egitto, nei primi anni Settanta avvia la duplice professione di fotografo e di critico musicale, contribuendo a porre le basi di un lavoro specialistico sino ad allora senza precedenti in Italia. Ha firmato copertine di dischi per Claudio Baglioni, Angelo Branduardi, Kate Bush, Vinicio Capossela, Paolo Conte, David Crosby, Pino Daniele, Bob Dylan, Ivano Fossati, BB King, Ute Lemper, Ligabue, Gianna Nannini, Michael Nyman, Luciano Pavarotti, PFM, Lou Reed, Vasco Rossi, Simple Minds e Frank Zappa, fotografato in chiave semiseria per una storica copertina de «L’Uomo Vogue». È stato per vent’anni uno dei fotografi personali di Fabrizio De André. Ha al suo attivo numerose mostre e libri illustrati tra cui Fabrizio De André. E poi, il futuro (Mondadori, 2001), Strange Angels (2003), The Beat Goes On (con Fernanda Pivano, Mondadori, 2004), Vasco! (Edel, 2006), Wall Of Sound (2007) e Fabrizio De André. Una goccia di splendore (Rizzoli, 2007). Da tempo il suo raggio d’azione abbraccia anche l’immagine pubblicitaria e istituzionale, il reportage a sfondo sociale e il ritratto di moda.
www.guidoharari.com

Franz Di Cioccio. Nato a Pratola Peligna (L’Aquila) sotto il segno dell’Acquario, ha da sempre nel suo Dna la passione per la musica, ereditata dal padre oboista. A diciassette anni fonda i Quelli con Franco Mussida e Pino Fava loro a cui si aggiungono Giorgio Piazza e Flavio Premoli. Tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta è il sessionman più richiesto in Italia e suona nei dischi di Battisti, De André, Celentano, Dik Dik, Equipe 84 e Mina. Nel 1970 fonda con Mussida, Piazza e Premoli (ai quali si aggiunge poi Mauro Pagani) la Premiata Forneria Marconi, che diventa, con la sigla PFM, la punta di diamante del rock italiano su scala internazionale, con oltre 4.200 concerti al suo attivo e 25 dischi pubblicati in tutto il mondo, tra cui Storia di un minuto (1972), Per un amico (1972), Live In USA (1974), Suonare suonare (1980) e i due volumi In concerto registrati durante la tournée con Fabrizio De André (1979). Frontman, batterista, autore e conduttore di programmi radio-televisivi, attore, compositore di musiche per il cinema e la televisione, produttore musicale, dirige due etichette discografiche (Aereostella dedicata al rock e Immaginifica dedicata alla musica progressiva). È anche autore di libri tra cui Due volte nella vita , biografia ufficiale di PFM (Mondadori, 1996) e Sulle corde di Lucio - Indagini battistiane (con Riccardo Bertoncelli, Giunti 2008). Nel 2006 è il primo artista di una rockband a essere insignito del titolo di Commendatore al Merito della Repubblica.
www.pfmpfm.it

Fonte:
Fondazione De André
Chiarelettere

Intervista a Monica Licini

La prima intervista è di Monica Licini, una giovane fotografa di Milano che ha da poco aperto lil proprio studio fotografico (Monica Licini Studio - Via N. Jommelli 44, 20131 MILANO tel. 02/28901213 cell. 338/8811148)

Nome: Monica

Cognome: Licini

Sito Web:
Monica Licini

Fotosposi

Blog:
Blog di Monica Licini

Sei il primo ad essere intervistato dal blog, ti senti onorato?
Diavolo se sono onorata! mi sento quasi una diva che viene intervistata, l'unica differenza è che la diva sarebbe vestita con lustrini e scarpe con il tacco a spillo, io invece sono con la tuta e le ciabatte ehehe

Da quanto tempo ti dedichi alla fotografia?
Io mi dedico alla fotografia da quando ho 14 anni, ma la vera fotografia a 8 anni una mimosa, ero già un'artista...

Sei autodidatta, o hai seguito una scuola?
Sono mezza autodidatta e per metà ho seguito una scuola, cioè sono diplomata alla NABA di Milano e sono preparata nel seguire la regia di tv e cinema, ma diciamo che in questi corsi tiravo sempre fuori ciò che mi serviva per la fotografia e autodidatta perchè mi piace sempre leggere e studiare per conto mio. Sto anche leggendo dei libri di marketing per imparare a vendere meglio il mio servizio... lo consiglio a tutti!

Qual'è il tuo campo principale?
Il mio campo principale... e bella domanda, se ti dicessi amo il reportage, amo però anche la moda e sperimentare set particolari, ma non escludo che un giorno potrei diventare fotografa di animali... ma porsi dei limiti no?

Perché i tuoi clienti ti scelgono?
I miei clienti mi scelgono perchè, ha detta loro, sono una persona semplice e umile, li faccio sentire a proprio agio! quando vengono in studio da me, offro caffè, cioccolatini, patatine e caramelle, li conquisto dal lato culinario e con molta sorpresa mole volte tornano anche solo per fare quattro chiacchere e mi fa piacere questa cosa, potrei aprire anche uno studio di consulenza nei rapporti interpersonali!!

Cosa offri di più rispetto agli altri colleghi fotografi?
Cosa offro...non penso di offrire di più di altri fotografi, ci sono fotografi sicuramente più bravi di me, io posso offrire solo una cosa in più semplicità e disponibilità a capire davvero cosa richiede il cliente

Che attrezzatra utilizzi?
Io uso una canon 40d con grandangolo 17/85 e tele 70/300

Cosa ti piace di più della fotografia?
Mi piace il poter vedere il mondo da vari punti di vista, però la fotografia è una stronza, perchè ti fa soffrire, non ti fa dormire, ti fa pensare tantissimo, ti fa anche piangere, non nego che più volte ho pensato di mollare tutto...e andare a fare un lavoro noioso dove ti porti a casa un tuo stipendio fisso al mese senza pensare che devi pagare il commercialista entro una data e non hai i soldi, poi invece scatta qualcosa in me che mi dice "dai Monica, ce la fai se sei testarda, fa niente se ci sono persone che ti criticano, vai per la tua strada e fai vedere che vali!" ma... sarà la scelta giusta?

Raccontaci lo scatto a cui sei maggiormente affezionato...



Lo scatto che mi emoziona ogni volta che lo guardo, l'ho fatto nel 2005 in Africa (l'ho anche esposto alla Libreria Internazionale U.Hoepli di Milano) di un bambino della tribù masai, premettendo che io amo i bambini, questo è davvero bellissimo... avrà avuto si e no 3 anni non di più, ha due cerchi sulle guancie perchè fin da piccoli vengono marchiati a fuoco come segno di riconoscimento, e mentre stavo scattando la foto lui impaurito si avvicina al mio obbiettivo e indica la macchina fotografica, ma la cosa che mi rimarrà sempre dentro era lo sguardo di quando gli ho fatto vedere dallo schermo che lui era dentro la macchina fotografica, si è avvicinato e prima si è impaurito poi si è messo a ridere ed è andato a chiamare i fratelli, noi diamo per scontato la fotografia, ma pensate in un paesino del kenya, dove fanno km per andare a prendere l'acqua, vedere la propria immagine riflessa in una "cosa strana", fidatevi è emozionante...

Le altre immagini di Monica Licini:








Grazie Monica per l'intervista!

Nasce il blog di Professione fotografia

Un blog dei professionisti della fotografia italiana.
Qualche mese fa nasceva il portale "Professione Fotografia" dove i professionisti della fotografia italiana possono confrontarsi tra loro.
Oggi nasce questo blog, una finestra sul mondo della fotografia professionale dove capire come funziona il mondo del professionismo in Italia.

Ci saranno post tematici, elenchi di link, interviste a fotografi e tanto altro ancora...

Buona lettura.

Lo staff