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lunedì 21 dicembre 2009

I libri per i fotografi - Arte e fotografia -

Questa settimana segnaliamo "Arte e fotografia" di David Campany. Ed. Phaidon Italia. Prezzo 50 €.

La recensione. Scrittore e artista, co-fondatore dell'organizzazione Photoforum, che riunisce studiosi e fotografi, David Campany conduce in questo volume un'indagine sulla pratica artistica dagli anni '60 del Novecento in poi. Per quanto svolga oggi un ruolo centrale nell'arte contemporanea e nel dibattito che la circonda, l'immagine fotografica ha dovuto lottare per buona parte del secolo scorso prima di raggiungere questo status. A fronte dell'ampia esplorazione del mezzo fotografico come arte autonoma in epoca modernista, fu infatti solo alla fine del secolo scorso che artisti, musei e gallerie cominciarono ad analizzare il suo ruolo sociale di mezzo di rappresentazione. Il presente volume fornisce la trattazione più esaustiva, tra quelle disponibili, sul ruolo della fotografia nella storia recente dell'arte.

domenica 20 dicembre 2009

Le foto dell'anno per Big Picture

Qua la prima serie di foto da non dimenticare...

sabato 19 dicembre 2009

Foto dell'anno per Life

Qua le foto del 2009 da ricordare secondo Life

martedì 15 dicembre 2009

Passages: photography in Africa - Torino fino al 24/01/2010

Passages: photography in Africa
Già ospitata in alcuni tra i più importanti musei del mondo, come il Brooklyn Museum of Art di New York, la mostra "Passages: Photography in Africa" sarà presente per la prima volta in Europa al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino dal 29 novembre 2009 al 24 gennaio 2010.

L'esposizione, realizzata in collaborazione con il X Festival "Afro e Oltre…e Altro", raccoglie le fotografie frutto della passione per l'Africa e per l'esplorazione di Carol Beckwith e Angela Fisher. Le due fotografe occidentali hanno viaggiato separatamente per circa vent'anni fino a quando, sempre più affascinate dai rituali delle tribù africane, hanno deciso di unire la propria professionalità e creatività artistica per realizzare un grande progetto culminato con l'opera in due volumi: African Ceremonies, pubblicata nel 1999, tradotta in diverse lingue e dalla quale sono tratte le 92 fotografie esposte nelle sale del Museo. Ben 43 cerimonie, mai prima di allora documentate, mostrano il ciclo della vita: dalla nascita, attraverso l'iniziazione, il corteggiamento, il matrimonio, le incoronazioni reali, i rituali stagionali, gli esorcismi di guarigione, fino alla morte. Le immagini, dai colori intensi, sono intime e autentiche senza rinunciare al tocco esotico. Le autrici, in quanto donne, hanno avuto libero accesso anche a luoghi proibiti agli uomini e, in quanto straniere, sono state spesso accolte come "uomini onorari" in occasione di cerimonie esclusivamente maschili.
L'esposizione comprende inoltre 16 gioielli e 6 filmati.

Per info:
http://www.regione.piemonte.it/museoscienzenaturali/mostre/temporanee/passages.htm

lunedì 14 dicembre 2009

I libri per i fotografi - Bob Richardson -

Questa settimana segnaliamo "Bob Richardson" di Bob Richardson. Ed. Damiani. Prezzo 60 €.

La recensione: "Nelle mie toto volevo ritrarre la realtà. Sesso, droga e rock'n'rolI: questo era ciò che stava accadendo. E io tacevo in modo che si realizzasse". La fotografia di moda di Bob Richardson è puro realismo: opera affascinante, coinvolgente e del tutto slegata da qualsiasi tendenza conservatrice degli anni cinquanta. Con soggetti quali Anjelica Huston, Donna Mitchell, Anne Bancroft e, inaspettatamente, anche con dei bambini, negli anni sessanta e settanta il lavoro di Boh Richardson ha ispirato i lettori di riviste come "Vogue France", "British Vogue" "Vogue Italia", "Harper's Bazaar" e "Nova". Benché dicesse sempre di vedere il mondo unicamente in bianco e nero, le sue immagini erano spesso a colori. Dei suoi lavori non esiste un archivio completo e queste immagini provengono da una piccola collezione di stampe, foto a colori e di ritagli di riviste raccolti dal figlio Terry. Nel 2003, Bob ha prodotto un manoscritto autobiogralico dal titolo "Outsider", qui pubblicato per la prima volta. Il testo è corredato da fotogralie personali e da polaroid provenienti sia dalla collezione di Bob, che da quelle di Anjelica Huston e Terry Richardson. La serie di immagini che chiude la pubblicazione racconta il suo ultimo viaggio: una traversata del paese da Los Angeles a New York, in macchina con il suo cane Mick. Era intenzione di Bob che queste immagini e i suoi appunti fossero pubblicati nel 2005 in un libro intitolato "On The Run".

mercoledì 9 dicembre 2009

NORMAN PARKINSON A very British glamour Milano fino al 17 gennaio 2010

NORMAN PARKINSON
A very British glamour

Presso la Galleria Carla Sozzani
corso Como 10 – 20154 Milano, Italia
tel. +39 02.653531 fax +39 02.29004080


www.galleriacarlasozzani.org


Orari:
martedì, venerdì, sabato e domenica, ore 10.30 – 19.30
mercoledì e giovedì, ore 10.30 – 21.00
lunedì, ore 15.30 – 19.30

“Sono stato abbastanza fortunato da fotografare un’intera epoca” Norman Parkinson

La carriera di Norman Parkinson come fotografo ritrattista e di moda può vantare cinquantasei anni di attività.
Considerato uno dei pionieri della fotografia di moda, Norman Parkinson è noto per il suo senso dello stile. Parks, come preferiva essere chiamato, negli anni ’40 rivoluzionò il mondo della fotografia di moda inglese portando le sue modelle all’aperto, in un ambiente dinamico, fuori dal contesto dello studio.
Parkinson con la sua macchina fotografica ha colto diversi momenti della vita quotidiana di una donna con grande spontaneità, senza mai perdere di vista il bisogno di una composizione forte e significativa.
L’interesse di Parkinson per la fotografia di moda riflette il suo essere affascinato dalla donna: “L’essere fotografata – afferma – è parte integrante dell’identità di una donna. La donna deve essere ammirata…”.

Parks aveva un carattere complesso, ad atteggiamenti e a un modo di vestire stravaganti affiancava una vita personale regolare e abitudinaria, sempre in compagnia della moglie Wenda.
Uomo e artista eccentrico, credeva che il senso dell’umorismo fosse l’ingrediente migliore da mettere in una fotografia.
Da Londra a New York fino a Tobago, Parkinson fotografò soggetti di moda come celebrità (diventando anche fotografo ufficiale della Famiglia Reale Inglese) sempre con lo stesso approccio ironico, distaccato e quasi surreale.
Parks riuscì a reinventarsi a ogni decennio della sua carriera, dalle sue pionieristiche immagini del 1930 agli anni della guerra e agli anni ’60 fino alle esotiche località degli anni ’70 e ’80. Parks non si guardò mai indietro, passando da un lavoro all’altro, lasciando le sue immagini nelle custodie originali da Vogue così come in scatole nel suo garage di Twickenham.
Questa mostra è una panoramica sulla lunga carriera di Parkinson, dal 1930 al 1980, vengono esposti i negativi e le fotografie originali, incluse alcune immagini inedite provenienti dal suo archivio.
Il libro Norman Parkinson: A very British Glamour di Louise Baring è stato pubblicato in occasione della mostra.

martedì 8 dicembre 2009

Wedinator: il trash del matrimonio

Gli eccessi da un matrimonio: il sito Wedinator raccoglie il meglio del web. Fotomontaggi arditi, pose innaturali e al limite del cattivo gusto, qualche nudità di troppo e una grande assente: l'eleganza.

lunedì 7 dicembre 2009

I libri per i fotografi - Un comportamento irragionevole. Un'autobiografia Lewis Chester, Don McCullin -

Questa settimana segnaliamo "Un comportamento irragionevole. Un'autobiografia" di Lewis Chester, Don McCullin. Ed. Contrasto due. Prezzo 32 €

La recensione: "Tra la costruzione del muro di Berlino nell'estate del 1961 e il suo lavoro sulla piaga dell'AIDS nell'Africa australe nel 2001, Don McCullin non ha mai smesso di osservare le sofferenze degli altri attraverso i grandi conflitti di questi quattro decenni. Uno sguardo sempre carico di collera, ma anche di tristezza, persino di disperazione, sulle inqualificabili crudeltà inflitte dagli uomini ai loro simili. Uno sguardo pieno d'incomprensione e insieme di compassione, di solidarietà verso i più deboli, gli indifesi, i condannati, le vittime di queste inaccettabili ingiustizie. Cipro divisa, il Congo omicida, il Vietnam bombardato e torturato, il Medio Oriente lacerato, il Biafra affamato, il Bangladesh devastato, la Cambogia assassinata, il Salvador in rivoluzione, l'Irlanda tormentata, l'Irak delle rivolte. Non un voyeur, nemmeno un cacciatore d'immagini, né un cronista o uno storico, Don McCullin, autodidatta in fotografia come nella sua lettura del mondo, è un uomo dal viso segnato ma dallo sguardo limpido e innocente, incredulo di fronte alla barbarie. Attraverso le sue potenti immagini, pubblicate con regolarità per venti anni sul Sunday Times Magazine, si è dedicato puntualmente a disturbare la tranquillità domenicale dei suoi compatrioti presentando loro tutte le ingiustizie che l'uomo compie contro il suo stesso fratello in tutto il pianeta." (Robert Pledge)

sabato 5 dicembre 2009

Calendario Pirelli 2010

Per il 2010 il celebre Calendario Pirelli si affida al fascino del Brasile e all'arte del fotografo americano Terry Richardson, celebre «enfant terrible» e noto per il suo stile provocatorio e trasgressivo. Nelle 30 immagini che scandiscono i dodici mesi dell'anno, Richardson raffigura il ritorno a un eros giocoso e puro, catturando il lato più solare della femminilità. Ritrae una donna accattivante perché semplice, che gioca con gli stereotipi per annullarli, che fa dell'ironia l'unico velo di cui cingersi

Qua le foto

mercoledì 2 dicembre 2009

STEVE McCURRY a Milano. Fino al 31 gennaio 2010

STEVE McCURRY. SUD-EST
Fino al 31 gennaio 2010
Milano, Palazzo della Ragione, piazza Mercanti 1
Orari: Da martedì a domenica h 9.30 - 19.30. Giovedì h 9.30 - 22.30. Lunedì h 14.30 - 19.30
INFO:
tel. 02.43353522
servizi@civita.it

"La mostra propone un'eccezionale raccolta di quasi 200 scatti che accompagnano il visitatore in un racconto che si snoda in un percorso dove volti, colori, paesaggi e luci, pervasi da una magica atmosfera, segnano l'identità di paesi come l'Afghanistan, l'India, il Tibet, la Birmania, colti attraverso l'obiettivo di uno dei maestri del fotogiornalismo, premiato già due volte con il World Press Photo Awards, il premio Nobel della fotografia.
La mostra è la narrazione del viaggio silenzioso che Steve McCurry ha più volte intrapreso nel Sud e nell'Est del mondo dove si è trasformato in osservatore per renderci testimoni di luoghi che sembrano non incrociare il nostro sguardo.
La sequenza di immagini presentata nella mostra SUD-EST - per Steve McCurry - evoca l'ampio mosaico dell'esperienza umana e i miei incontri casuali con sagome e ombre, acqua e luce. Ho voluto trasmettere al visitatore il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell'essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità.
Come sottolinea Tanja Solci, curatrice della mostra, è in scena l'anima di un grande artista che nel suo percorso creativo e professionale ha avuto la straordinaria capacità di entrare ed uscire dalla tragedia della guerra, uno scatto diventa simbolo di un momento storico, un ritratto acquista la forza di un'icona sacra. E se per un istante fossero i protagonisti di queste immagini a guardare noi?
Il percorso espositivo rompe il tradizionale rapporto frontale con il visitatore: nel suggestivo allestimento di Peter Bottazzi metaforici rami di alberi intorno ai quali ragazze afgane, monaci, bambini tibetani si animano in una fitta foresta dove tutto è sospeso, dove si arrivano a percepire i rumori e gli odori del luoghi rappresentati. Si diventa scorci di realtà, mescolandosi alla bellezza del racconto fotografico e del mondo incontrato da McCurry.

Il percorso espositivo di Sud Est è articolato in sei sezioni tematiche.
L'altro presenta una delle cifre più caratteristiche dell'arte di McCurry: i volti di Steve McCurry ci parlano di vite, luoghi, emozioni catturati in uno luogo remoto e liberati altrove. La bellezza, l'eleganza, la dignità superano il tempo e lo spazio in cui si manifestano e raccontano in un linguaggio universale e immediato la complessa esperienza umana.
Il protagonista invisibile della sezione successiva è il silenzio, materia sottile capace di esaltare i momenti di intimità e di raccoglimento dell'uomo davanti alla grandiosità della natura e al mistero del vivere quotidiano. Tema portante è il viaggio, non solo nei paesi che l'artista ha percorso ma anche lo stupore di fronte al rapporto dell'essere umano con l'Assoluto.
Tornando da un viaggio in Tibet, era il 10 settembre 2001, Steve McCurry assiste il giorno dopo, dalla finestra del suo studio di New York, alla distruzione delle Torri Gemelle. Un passaggio improvviso e scioccante, che introduce alla sezione dedicata alla Guerra, dove le fotografie rappresentano la tragedia, il dramma dell'umanità contro l'umanità. Una tragedia è colma di "poesia", dove il dolore viene trasfigurato dall'armonia delle immagini.
L'uscita dalla guerra è nella Gioia, immortalata da Steve McCurry in scenari di allegria, intensità di colori, vita che scorre e fluisce. Il quotidiano riemerge dalla polvere della guerra, la normalità come un lampo nei gesti di una mano, nell'immediatezza di sorriso.
La quinta sezione, dedicata all'Infanzia, riporta lo spettatore a riflettere su uno dei temi più drammatici della storia dell'umanità: lo sfruttamento dei bambini e la piaga dei bambini-soldato. Le sue fotografie sono capaci di far convivere lo stupore con la paura, la solitudine con la necessità di assumere un comportamento adulto.
La mostra si conclude con la sezione dedicata alla Bellezza, nella quale si incontrano tre ritratti di giovani ragazze, tra cui il celebre scatto della bambina afgana dagli occhi verdi, diventata ormai un'icona dell'opera di McCurry e della fotografia contemporanea.
Ad arricchire il percorso un ulteriore sezione dedicata ai "cortometraggi" dove sequenza ininterrotte di fotografie compongono narrazioni di vita e di umanità."