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giovedì 11 ottobre 2012

Franco Vimercati. Tutte le cose emergono dal nulla - Palazzo Fortuny, Venezia - Fino al 19 novembre 2012


Franco Vimercati. Tutte le cose emergono dal nulla - Palazzo Fortuny, Venezia - Fino al 19 novembre 2012
Palazzo Fortuny come ogni anno, anche in concomitanza con la stagione autunnale, ospita all’interno dei suoi suggestivi spazi una serie di progetti espositivi di artisti contemporanei le cui opere in qualche modo  si confrontano con la figura di Mariano e, l’ineguagliabile atmosfera del luogo, con le sue eclettiche creazioni, le collezioni, i tessuti e i dipinti. Protagonisti di questa edizione sono quattro artisti – Franco Vimercati, Annamaria Zanella, Maurizio Donzelli, Béatrice Helg – diversi tra loro, per provenienza e caratteristiche, ma accomunati da una medesima tensione artistica. Il piano terra e sale laterali al piano nobile del Palazzo ospitano la mostra: Franco Vimercati. Tutte le cose emergono dal nulla.
La grande mostra personale dedicata a Franco Vimercati (1940-2001), a cura di Elio Grazioli, con il progetto di allestimento di Daniela Ferretti, è senz’altro la più esaustiva dedicata a questo artista che aveva trovato nella fotografia il suo mezzo espressivo d’elezione e copre il periodo dagli anni Settanta fino alla sua morte avvenuta nel 2001. Artista straordinario, Vimercati, dopo gli studi all’Accademia di Brera si avvicina al mondo dell’arte che negli anni Sessanta ruotava attorno alle gallerie milanesi e al mitico Bar Jamaica. Ben presto si rende conto che nella fotografia si concentra non solo il suo interesse ma anche il suo mezzo favorito di espressione. Conosce presto il lavoro di grandi fotografi quali Diane Arbus, Lee Friedlander, Robert Frank e soprattutto August Sander. Come lui, Vimercati è sostanzialmente un contemplativo, non interessato all’azione come tale, ma ama piuttosto concentrarsi su un unico soggetto, facendo proprie le esperienze concettuali e minimaliste.
Vimercati viene spesso paragonato a Morand, pittore che  amava anche se non si identificava, ambedue avevano questa tendenza a fare dell’oggetto comune un pretesto per avvicinarsi a mondi e sentimenti diversi. Le sue fotografie hanno quasi la funzione del mandala: guardandole entriamo in uno spazio fatto di sentimenti profondi, una porta che sta solo a noi varcare. Vimercati si esprimeva attraverso la fotografia come artista e come uomo, lui e la sua opera erano la stessa cosa, come diceva lui stesso: ”io sono la lastra, ho bisogno di poca luce, di un sospiro, di un soffio di luce”.
In concomitanza con la mostra esce la prima monografia dedicata a Franco Vimercati a doppio marchio John Eskenazi/Skira Editore, dove vengono pubblicate le sue opere più rappresentative e una lunga bellissima intervista con Elio Grazioli da lui stesso letta e approvata. Ad essa si aggiungono numerosi testi di differenti autori che ripercorrono la sua carriera, tra questi Paolo Fossati, Luigi Ghirri, Angela Madesani, Giuseppe Panza di Biumo, Carlo Arturo Quintavalle, Daniela Palazzoli.