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mercoledì 29 febbraio 2012

The Beautiful Clichè- VENEZIA - in mostra a Milano fino al 16 marzo 2012

The Beautiful Clichè -Venezia
Renato D'Agostin
A cura di Claudio Composti Mercoledì 15 Febbraio 2012
18:30
in collaborazione con: Chiara Casarin - Catalogo con testi di Chiara Casarin,Renata Codello. Italo Zannier
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Viale Col di Lana, 8 (4°cortile)
20136 Milano

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> Official web site Renato D'Agostin

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The Beautiful Clichè - VENEZIA

Renato DʼAgostin è un giovane fotografo, classe ʼ83. Nato a Venezia, vive a New York dove è stato assistente di Ralph Gibson. La sua passione e sensibilità per il mondo che racconta attraverso lʼobiettivo della sua Leica M7 (scatta in pellicola e stampa in camera oscura) lo hanno portato in giro per il mondo, senza mai dimenticare le proprie radici. Alle quali dedica questo nuovo progetto: “The Beautiful Clichè –Venezia”. Titolo quanto mai perfetto per definire quella splendida certezza e sorpresa che è, per chiunque lʼabbia vista o solo immaginata, Venezia: onirica, malinconica, magica, misteriosa. Renato DʼAgostin racconta la “sua” Venezia, la città più fotografata al mondo, “splendido clichè” che riesce ad evitare, pur rimanendo fedele allʼidea che abbiamo di Venezia. Ne coglie lo spirito in uno scorcio, un riflesso, nelle forme di unʼarchitettura ormai “famigliare” a tutti, di una chiesa, del Campanile, di una scultura, magari dai contorni appena intravisti, eppure riconoscibilissimi e inconfondibili, come Palazzo Ducale, il Leone in San Marco, il Campanile della Piazza, scorti tra le curve di un cappello e lʼombra di un passante “…gli spazi architettonici più noti…sottoponendoli ad una sorprendente analisi primaria in cui i contorni dei volumi delle architetture sfumano senza perdere il loro peso…” come scrive nel suo testo introduttivo al libro Renata Codello, Soprintendente per i beni architettonici e il patrimonio artistico di Venezia, la quale conosce molto bene bellezze e limiti della città della Laguna. Renato non fotografa una città. Piuttosto, “…travalica tutta questa iconografia e sorprende…con una lettura della città per dettagli onirici, segni arcani che non intendono descrivere ma suggerire atmosfere, presenze misteriose, decollate dal fumo invisibile della città …”, un paesaggio mentale, descritto attraverso netti contrasti tra il bianco accecante e il nero profondo delle sue stampe, che tuttavia non può che essere Venezia. Una città che “…sembra sia stata vista da ogni lato possibile. Fatto di spigoli lucenti di gondola. Fatto di pietra dʼIstria e acqua, di riflessi e nebbie…” scrive Chiara Casarin nel suo testo critico “… questo racconto si svolge a filo della marea e sale fino a cime di una poesia unica nella sua semplice bellezza e unica nel suo nuovo modo di essere decantata…”. Renato Dʼagostin riesce a darci di Venezia una visione personale e privata, vista con gli occhi di una giovane anima che riesce a toccare, tuttavia, punte di maturità tecnica e poesia che difficilmente si riesce credere siano di un giovane di soli 29 anni.