I cadaveri dei bambini lanciati lontano, per accumularli. I toreri feriti dalle corna nell'arena. Le star del pallone colpiti a sangue durante un intervento aereo. Immagini osservate e catturate secondo per secondo in ogni angolo dell'universo che ogni anno il "World Press Photo" premia con titoli e onorificenze e che da giovedì saranno in mostra al Pan di via dei Mille a cura dell'associazione culturale Neapolis.Art (biglietti a 5 euro, info www.worldpressphoto.it e www.neapolisart.org)
Se l'hanno scorso il vincitore fu il napoletano Pietro Masturzo, con uno scatto dai tetti di Teheran, la fotografia simbolo della 54esima edizione è invece il ritratto che la sudafricana Jodi Bieber ha fatto alla diciottenne Bibi Aisha, sfigurata nel naso e nelle orecchie perché fuggita dalla casa del marito, un combattente talebano, in Afghanistan.
Accanto a questa - in un allestimento che vede la collaborazione dell'assessorato comunale alla Cultura, dell'Ordine dei giornalisti campani, del Consolato generale Usa a Napoli, e degli istituti di cultura Goethe e Cervantes, e che è dedicato ai fotoreporter Tim Hetherington e Chris Hondros, ammazzati il 20 aprile in Libia - ci sono scene collettive, primi piani, campi lunghissimi, reportage in movimento e ritratti, per nove categorie complessive.
Per i giovani fotografi, napoletani e non, sarà importante sapere che fino al 4 gennaio sono in calendario anche una serie di workshop e lecture (videoproiezioni dei singoli portfolio) tenuti in prima persona dagli stessi fotografi
Se l'hanno scorso il vincitore fu il napoletano Pietro Masturzo, con uno scatto dai tetti di Teheran, la fotografia simbolo della 54esima edizione è invece il ritratto che la sudafricana Jodi Bieber ha fatto alla diciottenne Bibi Aisha, sfigurata nel naso e nelle orecchie perché fuggita dalla casa del marito, un combattente talebano, in Afghanistan.
Accanto a questa - in un allestimento che vede la collaborazione dell'assessorato comunale alla Cultura, dell'Ordine dei giornalisti campani, del Consolato generale Usa a Napoli, e degli istituti di cultura Goethe e Cervantes, e che è dedicato ai fotoreporter Tim Hetherington e Chris Hondros, ammazzati il 20 aprile in Libia - ci sono scene collettive, primi piani, campi lunghissimi, reportage in movimento e ritratti, per nove categorie complessive.
Per i giovani fotografi, napoletani e non, sarà importante sapere che fino al 4 gennaio sono in calendario anche una serie di workshop e lecture (videoproiezioni dei singoli portfolio) tenuti in prima persona dagli stessi fotografi
autori delle opere in mostra.
Per i workshop, Darcy Padilla (8 e 9 dicembre), che ha raccontato la storia di una giovane madre sieropositiva, fino alla sua morte; Wolfram Hahn (8 e 9), Gustavo Cuevas (15 e 16), che ha ritratto un torero incornato a Madrid (la corna del toro gli ha trapassato la gola fino a sbucare dalla bocca), Ivo Saglietti (16 e 18) e Riccardo Venturi (21 e 23). Alle lecture, sono attesi Malte Jäger e Daniele Tamagni (8 dicembre), Sarah Elliot - che ha raccontato gli aborti clandestini in Kenya - e Darcy Padilla (il 9), Cuevas (il 16), Masturzo (il 17) e Fabio Cuttica (il 21). Ogni giovedì e venerdì alle 18, infine, i fotoaperitivi.
Per i workshop, Darcy Padilla (8 e 9 dicembre), che ha raccontato la storia di una giovane madre sieropositiva, fino alla sua morte; Wolfram Hahn (8 e 9), Gustavo Cuevas (15 e 16), che ha ritratto un torero incornato a Madrid (la corna del toro gli ha trapassato la gola fino a sbucare dalla bocca), Ivo Saglietti (16 e 18) e Riccardo Venturi (21 e 23). Alle lecture, sono attesi Malte Jäger e Daniele Tamagni (8 dicembre), Sarah Elliot - che ha raccontato gli aborti clandestini in Kenya - e Darcy Padilla (il 9), Cuevas (il 16), Masturzo (il 17) e Fabio Cuttica (il 21). Ogni giovedì e venerdì alle 18, infine, i fotoaperitivi.