Stefano Santucci, è nato a Cremona il 9 aprile 1983 e dopo aver frequentato il Liceo Scientifico della sua città mi si è trasferito a Firenze dove tutt’ora vive; si è laureato in Psicologia e lì sta proseguendo gli studi.
Scatta fotografie da sempre ma solo da un anno ha voluto dedicarsi a questa passione più seriamente. Al momento dispone di una Canon EOS 550D a cui ha abbinato un Canon EF 28mm f1.8 e un Canon EF 85mm f1.8. Ha intrapreso un progetto personale che consiste nello scattare una fotografia al giorno per un anno intero, le fotografie vengono raggruppate in un album chiamato [Life Is Art] Project 365 • 2011
Avendo un background di studi molto umanistico ha voluto concentrarsi sulle persone. Lo scopo della sua fotografia è quella di cercare di emozionare proponendo aspetti di vita quotidiana e manifestazioni dell'essere che passano spesso inosservati. Si è accorto che durante il giorno succedono molte cose a cui non poniamo la dovuta attenzione, ha voluto così cercare di mostrare queste manifestazioni con un tipo di fotografia che si potrebbe definire di strada e cinematografica: di strada perchè cerco di riprendere sempre persone in momenti naturali e in scene di vita quotidiana (che sia in strada, al supermercato, al pub o al parco), cinematografica perchè ogni scatto ha lo scopo di cercare di trasmettere una storia, di emozionare, proprio come se il soggetto fosse all'interno di un film. La maggior parte dei suoi scatti ha infatti il titolo di un film che viene scelto in base alla situazione rappresentata, in questo modo il protagonista della fotografia si ritrova ad essere anche il protagonista della pellicola a cui la foto è associata. Ogni estraneo può diventare protagonista inconsapevole del mio lavoro, ogni situazione può essere quella adeguata per un film.
Non usa una tecnica particolare per raggiungere questi risultati, a seconda delle giornate e del tempo a disposizione passeggia fra la gente o si sofferma in zone della città dove la luce è particolarmente bella, aspetta e qualcosa succede sempre. Grazie ai suoi studi e all’approfondimento personale di tematiche a lui care come quello della comunicazione non verbale che si occupa di espressioni facciali o posturali, ad una sensibilità verso l’animo umano e alla passione per il cinema e per la regia, ha voluto unire il suo “sapere” per cercare di esprimere ciò che chiamoa essere un "Gioco per me: la fotografia.".Steve Nachmanovitch diceva che il Gioco è in realtà la radice da cui nasce l’arte originale; è la materia prima che l’artista convoglia con tutta la sua esperienza e la sua tecnica. Non si considero un’artista ma un grande giocatore, una persona che cerca di fare ciò che gli piace con passione.
Le sue foto vengono vengono poi modificate con Aperture 3.1 e la Suite PhotoShop CS5 per cercare di dare uno stampo maggiormente cinematografico nei toni cercando però sempre di minimizzare gli interventi, non ama stravolgere i suoi scatti.