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martedì 14 settembre 2010

Intervista a Marco Donatiello

Marco Donatiello è un giovane fotografo torinese, titolare del DP Studio – Fotografie d'autore – di Torino ed è specializzato in ritrattistica e reportage.

Il suo Curriculum vanta prestigiose collaborazioni: ha pubblicato per Giunti Editore “ONDA LIBERA“ il reportage fotografico realizzato durante la tournée omonima dei Modena City Ramblers in tutta Italia, le sue fotografie sono state raccolte per il libro fotografico allegato con il DVD del documentario del tour, oltre che per la copertina del DVD stesso.

Collabora inoltre da molti anni con la rivista Paltinum del gruppo Sole24Ore, con il mensile Narcomafie e il quindicinale Nuova Società 2000 e con molti dei maggiori quotidiani nazionali tra cui La Stampa, Repubblica, il Sole24Ore e L'Unità.

Tiene numerosi corsi, base e avanzati, per fotografi amatoriali e professionisti. In collaborazione con i fotografi Claudia Panarello e Edoardo Di Pisa ha fondato WorkinPhoto, gruppo specializzato nella realizzazione di corsi e workshop fotografici di tutti i livelli e generi.

Chi è Marco Donatiello?

Sono laureato in psicologia del lavoro, specializzato in formazione d'aula e selezione del personale. Ad un certo punto della mia carriera professionale ho deciso di mollare un lavoro “sicuro” e di buttarmi anima e corpo nella fotografia professionale, aprendo con Claudia Panarello, la mia compagna, il DP Studio – fotografie d'autore, uno studio fotografico a Torino, specializzato in reportage e ritrattistica.

Marco, sei nato con la vocazione di fare il fotografo?

Assolutamente no, la fotografia dapprima mi ha incuriosito, ma lentamente mi ha rapito sempre di più diventando poi una parte fondamentale della mia vita: le giornate iniziano in studio o in location esterna per la realizzazione dei servizi, per poi concludersi di sera tenendo corsi o serate tematiche sulla fotografia. Qualche anno fa Claudia ed io ci siamo inventati la formula dell'apericorso, un corso di fotografia preceduto da un aperitivo: questa soluzione ha avuto così tanto successo, che ultimamente ci troviamo ad organizzarne diverse edizioni, di livello differente, contemporaneamente... come vedi la fotografia mi impegna 24 ore al giorno!

Hai un genere fotografico preferito?

Amo moltissimo il reportage e la ritrattistica. Amo fotografare le persone, cogliere le loro espressioni e trasmettere i loro vissuti attraverso le fotografie.

Tu passi dalla documentazione della vita quotidiana dei Rom all'antimafia sociale passando per ritratti di celebrità e di personaggi di spicco della letteratura italiana e straniera. Tra i tuoi lavori ce n’è qualcuno a cui ti senti particolarmente legato?

Come lavoro strutturato sicuramente “Onda Libera”, reportage di cui vado particolarmente fiero in quanto nel panorama italiano è molto difficile riuscire a seguire per un'intera tournée, 24 ore al giorno, un gruppo musicale di quella levatura e con una libertà di movimento che mai mi sarei immaginato di avere.

Tra le fotografie singole sono particolarmente legato ai ritratto di Roberto Saviano, personaggio che stimo moltissimo per la sua umanità e umiltà e che cerco di fotografare ogni volta che mi capita l'occasione, oppure al ritratto eseguito a José Saramago, realizzato proprio qualche mese prima che lasciasse un grande vuoto nella letteratura mondiale con la sua scomparsa.

Che consiglio daresti a chi vuole diventare fotografo professionista in Italia?

E' una domanda che mi fanno in molti durante i miei corsi o gli incontri a cui partecipo: direi che il mio pensiero in proposito si possa sintetizzare in 5 fondamentali punti:

  1. Scattare tantissimo e cestinare moltissimo, la vecchia regola aurea di salvare 3 foto su 36 è ancora validissima...

  2. Guardare moltissime fotografie, sfogliare libri, riviste, navigare in internet, osservare cartelloni pubblicitari e lavori di altri fotografi

  3. Confrontarsi con altri fotografi, sui social network, nei circoli fotografici

  4. Tenersi costantemente aggiornati con partecipazioni periodiche a corsi di aggiornamento e workshop tematici: non ci si improvvisa fotografi professionisti.

  5. Specializzarsi il più possibile: il “fotografo generico” con l'avvento del digitale non esiste più


Aggiungo, inoltre, che il mestiere del fotografo non è semplice: tutt'altro! E' faticoso, sia mentalmente che fisicamente; non si stacca mai da quello che si fa...non è un lavoro che si può fare dalle 9 alle 17, spesso si trascorrono le nottate in studio per finire dei lavori, oppure si hanno appuntamenti con i clienti negli orari più assurdi... Se si vuole un lavoro con un orario o con uno stipendio sicuro, allora il fotografo non è la scelta migliore.

A cosa stai lavorando attualmente?

In questo momento sto lavorando alla mostra "I volti e le strade nella periferia di Dakar" che sarà esposta a Rivoli all'interno della rassegna artistica “Progetto Zefiro” dal 09 ottobre al 28 novembre 2010. Il lavoro, realizzato a quattro mani con Claudia Panarello, è la conclusione di un lungo e faticoso reportage sociale realizzato nelle periferie di Dakar nel corso dell'ultimo anno.