Biografia dell'autore:
Letizia Battaglia (Palermo, 5 marzo 1935) è una fotoreporter e politica italiana.
Dopo un matrimonio fallito (s'era sposata giovanissima), con un diploma di interprete in tasca torma a Palermo e inizia ad appassionarsi di fotografia.
Inizia la sua carriera di fotoreporter nel 1972 lavorando per il giornale palermitano L'Ora e per l'agenzia "Informazione fotografica" frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna, dove si formano i fotografi Luciano del Castillo, Filippo La Mantia, Ernesto Bazan nonchè la figlia Shobha. Nel 1974 si trova a documentare l'inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia per comunicare alle coscienze la misura di quelle atrocità.[1]
Suoi sono gli scatti all'hotel Zagarella che ritraevano gli esattori mafiosi Salvo insieme ad Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo.
Diviene una fotografa di fama internazionale[2].
Ma Letizia Battaglia non è solo "la fotografa della mafia". Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, si prefiggono di raccontare soprattutto Palermo nella sua miseria e nel suo splendore, i suoi morti di mafia ma anche le sue tradizioni, gli sguardi di bambini e donne (la Battaglia predilige i soggetti femminili), i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città contraddittoria.
Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l'americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999.
Ha esposto in Italia, nei Paesi dell'Est, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Il suo impegno sociale e la sua passione per gli ideali di libertà e giustizia sono descritti nella monografia delle edizioni Motta: Passione, giustizia e libertà (lo stesso titolo di una sua mostra recente).
Nel 2008 appare in un cameo nel film di Wim Wenders Palermo Shooting.
La politica
Nel 1979 è cofondatrice del Centro di Documentazione "Giuseppe Impastato". Si è occupata anche di politica a cavallo tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90. È stata consigliere comunale con i Verdi, assessore comunale a Palermo con la giunta Orlando. Nel 1991 è eletta deputato, nell'XI Legislatura, all'Assemblea Regionale Siciliana con La Rete. In questa legislatura è vice presidente della Commissione Cultura. Nel 1996 non si ricandida.
Dal 2000 al 2003 dirige la rivista bimestrale realizzata da donne Mezzocielo, nata da una sua idea nel 1991.
Nonostante le sue radici profondamente siciliane, la Battaglia si era trasferita nel 2003 a Parigi, delusa per il cambiamento del clima sociale e per il senso di emarginazione da cui si sentiva circondata, ma nel 2005 è tornata nella sua Palermo.
Nel 2006, in occasione del Festival Sguardi altrove, Milano, è stato proiettato il film-documentario per la Tv svizzera di Daniela Zanzotto Battaglia, a lei dedicato.
Dopo un matrimonio fallito (s'era sposata giovanissima), con un diploma di interprete in tasca torma a Palermo e inizia ad appassionarsi di fotografia.
Inizia la sua carriera di fotoreporter nel 1972 lavorando per il giornale palermitano L'Ora e per l'agenzia "Informazione fotografica" frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna, dove si formano i fotografi Luciano del Castillo, Filippo La Mantia, Ernesto Bazan nonchè la figlia Shobha. Nel 1974 si trova a documentare l'inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia per comunicare alle coscienze la misura di quelle atrocità.[1]
Suoi sono gli scatti all'hotel Zagarella che ritraevano gli esattori mafiosi Salvo insieme ad Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo.
Diviene una fotografa di fama internazionale[2].
Ma Letizia Battaglia non è solo "la fotografa della mafia". Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, si prefiggono di raccontare soprattutto Palermo nella sua miseria e nel suo splendore, i suoi morti di mafia ma anche le sue tradizioni, gli sguardi di bambini e donne (la Battaglia predilige i soggetti femminili), i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città contraddittoria.
Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l'americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999.
Ha esposto in Italia, nei Paesi dell'Est, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Il suo impegno sociale e la sua passione per gli ideali di libertà e giustizia sono descritti nella monografia delle edizioni Motta: Passione, giustizia e libertà (lo stesso titolo di una sua mostra recente).
Nel 2008 appare in un cameo nel film di Wim Wenders Palermo Shooting.
La politica
Nel 1979 è cofondatrice del Centro di Documentazione "Giuseppe Impastato". Si è occupata anche di politica a cavallo tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90. È stata consigliere comunale con i Verdi, assessore comunale a Palermo con la giunta Orlando. Nel 1991 è eletta deputato, nell'XI Legislatura, all'Assemblea Regionale Siciliana con La Rete. In questa legislatura è vice presidente della Commissione Cultura. Nel 1996 non si ricandida.
Dal 2000 al 2003 dirige la rivista bimestrale realizzata da donne Mezzocielo, nata da una sua idea nel 1991.
Nonostante le sue radici profondamente siciliane, la Battaglia si era trasferita nel 2003 a Parigi, delusa per il cambiamento del clima sociale e per il senso di emarginazione da cui si sentiva circondata, ma nel 2005 è tornata nella sua Palermo.
Nel 2006, in occasione del Festival Sguardi altrove, Milano, è stato proiettato il film-documentario per la Tv svizzera di Daniela Zanzotto Battaglia, a lei dedicato.