F&D CARTIER
VENI ETIAM
fotografie 2009
fotografie 2009
27 02 2012 > 05 04 2012
VENI ETIAM, 2009
torna di nuovo
una delle etimologie di Venezia
”ecco la città che, a tutti, ispira lo stupore…chi la vede una volta se ne innamora per la vita e non la lascia mai più, o se la lascia è per ritrovarla….Di questo desiderio di ritornarci che pesa su tutti quelli che la lasciarono prese il nome di VENETIA, come a dire a quelli che la lasciano, in una dolce preghiera VENI ETIAM, torna di nuovo”
estratto dall’elogio a Venezia di Luigi Grotto Cieco d’Hadria, Venezia 23 agosto 1570
concetto
”objets trouvés” durante una residenza d’artisti, Istituto svizzero di Roma a Venezia, autunno 2008: selezione di pezzi di mobilio, candelieri, specchi, creati da artigiani locali e catalogati da un fotografo di Venezia per un catalogo o archivio.
Reinterpretazione alla luce di tecnologie contemporanee.
Aggiunta di leggere tonalità di colori – verde Veronese, biondo veneziano, terra di Siena, bianco piombo, nero fumo, rosso di marzo, giallo di Napoli, blu ceruleo, evocazione di affreschi e pitture della scuola veneta, dell’atmosfera della città di oggi.
I candelieri/specchi: esempio della tradizione dell’arte del vetro a Venezia la cui fabbricazione è stata a lungo uno dei segreti meglio salvaguardati.
Simbolo perfetto di questa città. Città museo, scrigno di secoli di cultura, minacciata da una possibile sparizione.
Se un lustro si considera un ciclo di 5 anni, evoca anche un periodo di tempo indeterminato.
Dall’italiano lustro: gloria, rinomanza, scoppio, luminosità, rendere famoso, illustre, illuminare, schiarire
Tecnica
40 negativi originali su vetro di cm 27×21 alla gelatina –bromuro d’argento, firmati, timbro di Venezia,
ca. 1880
digitalizzazione
stampe ai pigmenti getto d’inchiostro Epson k3 su carta archival 300g
formati: A2 : 59.4 x 42 cm
e 110 x 140cm
torna di nuovo
una delle etimologie di Venezia
”ecco la città che, a tutti, ispira lo stupore…chi la vede una volta se ne innamora per la vita e non la lascia mai più, o se la lascia è per ritrovarla….Di questo desiderio di ritornarci che pesa su tutti quelli che la lasciarono prese il nome di VENETIA, come a dire a quelli che la lasciano, in una dolce preghiera VENI ETIAM, torna di nuovo”
estratto dall’elogio a Venezia di Luigi Grotto Cieco d’Hadria, Venezia 23 agosto 1570
concetto
”objets trouvés” durante una residenza d’artisti, Istituto svizzero di Roma a Venezia, autunno 2008: selezione di pezzi di mobilio, candelieri, specchi, creati da artigiani locali e catalogati da un fotografo di Venezia per un catalogo o archivio.
Reinterpretazione alla luce di tecnologie contemporanee.
Aggiunta di leggere tonalità di colori – verde Veronese, biondo veneziano, terra di Siena, bianco piombo, nero fumo, rosso di marzo, giallo di Napoli, blu ceruleo, evocazione di affreschi e pitture della scuola veneta, dell’atmosfera della città di oggi.
I candelieri/specchi: esempio della tradizione dell’arte del vetro a Venezia la cui fabbricazione è stata a lungo uno dei segreti meglio salvaguardati.
Simbolo perfetto di questa città. Città museo, scrigno di secoli di cultura, minacciata da una possibile sparizione.
Se un lustro si considera un ciclo di 5 anni, evoca anche un periodo di tempo indeterminato.
Dall’italiano lustro: gloria, rinomanza, scoppio, luminosità, rendere famoso, illustre, illuminare, schiarire
Tecnica
40 negativi originali su vetro di cm 27×21 alla gelatina –bromuro d’argento, firmati, timbro di Venezia,
ca. 1880
digitalizzazione
stampe ai pigmenti getto d’inchiostro Epson k3 su carta archival 300g
formati: A2 : 59.4 x 42 cm
e 110 x 140cm