Per il mondo sono gli "invisibili". Vivono in un luogo appartato, che non ha nome. Lo definiscono il Ghetto, e si trova a pochi chilometri da Rignano, nelle campagne del Foggiano. Cinquecento migranti che popolano un villaggio fantasma e che nella giornata lavorano come braccianti. Ora, quei corpi hanno un volto e un'immagine, svelata dagli scatti di Mimmo Attademo, docente presso il Liceo artistico Perugini di Foggia. In collaborazione con l'Università di Foggia e il coinvolgimento delle onlus Solidaunia ed Emergency, la mostra "I volti, la speranza" propone una serie di suggestivi ritratti di immigrati residenti nella Capitanata. Dal Burkina Faso al Senegal, passando dallo scalabriniano Padre Arcangelo che condivide con loro la vita nel villaggio, i volti dei migranti attraverso un sorriso e uno sguardo comunicano il desiderio di costruire in questa terra una vita dignitosa.
"La mostra - come ha spiegato anche il rettore dell'Università di Foggia Giuliano Volpe - non è un reportage di denuncia. E' molto altro. Questa iniziativa punta a far conoscere le numerose storie che si nascondono dietro i volti, gli occhi, i sorrisi, di tanti immigrati che in fuga dalla povertà, dalla fame, dai conflitti, dalle guerre, con la speranza di un futuro migliore per se stessi e per le loro famiglie lontane, hanno, invece, trovato lo sfruttamento schiavistico nel lavoro, il caporalato, l'emarginazione in masserie abbandonate e in capanne provvisorie, la negazione di diritti fondamentali, il pregiudizio". La mostra verrà presentata venerdì 16 settembre e sarà allestita nel pomeriggio a Palazzo Dogana a Foggia, in occasione dell'incontro con il missionario comboniano Padre Alex Zanotelli, a cui parteciperanno anche alcuni migranti presenti nel Ghetto.