La foto venne scattata nel marzo 1993. La fotografia riprende una bambina sudanese rannicchiata a terra con, accanto, un famelico avvoltoio che attende il momento di consumare il proprio pasto.
Nel maggio 1994 questa drammatica fotografia venne premiata con il Premio Pulitzer.
Nel luglio 1994 Kevin Carter muore suicida.
Nel libro "Buio profondo" di Andy McNaab descrive così questa fotografia:
"Una minuscola bambina affamata, non più di un mucchietto di ossa, ingobbita, nuda in mezzo alla spazzatura. Alle sue spalle un avvoltoio, immobile, che controllava ogni suo movimento."
Kevin Carter ricevette molte pesanti critiche per non essere intervenuto ad aiutare la bambina, in molte interviste gli è stato chiesto che fine avesse fatto la bambina, il perché non l'avesse aiutata, ma lui non ha mai risposto, o ha risposto in modo evasivo.
Andy McNaab racconta:
"Il problema di Kevin era non poter dire al mondo se quella ragazzina era sopravvissuta o no. Era sincero su questo. Ammetteva di essere rimasto venti minuti in attesa che l'avvoltoio aprisse le ali. non le aprì ma lui aveva scattato lo stesso e poi era rimasto seduto sotto un albero a piangere e parlare con Dio, a pensare a sua figlia.
[...]
La ragazzina divenne il suo incubo. [...] Non era giusto attaccarlo.
[...]
Il fatto è che quei benpensanti di periferia hanno visto una sola bambina. Kevin era in mezzo alla carestia e quella bambina era una delle centinaia che aveva visto morire quel giorno. Se non avesse scattato la foto neppure uno di quegli stronzi di casa nostra avrebbe mai saputo dove si trova il Sudan."
Questa fotografia è diventata un icona mondiale della terribile situazione del Sudan e dell'Africa in genrale, più volte spazzata da carestie, malattie, guerre civile e no. Un po' come l'altra celebre fotografia di Nick Ut, premio Pulitzer 1972, nella quale ritrae la piccola vietnamita Kim Phuc in fuga da un bombardamento al napalm del suo villaggio, che è diventata la fotografia simbolo della guerra del Vetnam.
Fonti:
http://www.pmox.it/2007/01/famine.html
http://conchitasblog.spaces.live.com/blog/cns!2DDC125F08878623!1797.entry
Nel maggio 1994 questa drammatica fotografia venne premiata con il Premio Pulitzer.
Nel luglio 1994 Kevin Carter muore suicida.
Nel libro "Buio profondo" di Andy McNaab descrive così questa fotografia:
"Una minuscola bambina affamata, non più di un mucchietto di ossa, ingobbita, nuda in mezzo alla spazzatura. Alle sue spalle un avvoltoio, immobile, che controllava ogni suo movimento."
Kevin Carter ricevette molte pesanti critiche per non essere intervenuto ad aiutare la bambina, in molte interviste gli è stato chiesto che fine avesse fatto la bambina, il perché non l'avesse aiutata, ma lui non ha mai risposto, o ha risposto in modo evasivo.
Andy McNaab racconta:
"Il problema di Kevin era non poter dire al mondo se quella ragazzina era sopravvissuta o no. Era sincero su questo. Ammetteva di essere rimasto venti minuti in attesa che l'avvoltoio aprisse le ali. non le aprì ma lui aveva scattato lo stesso e poi era rimasto seduto sotto un albero a piangere e parlare con Dio, a pensare a sua figlia.
[...]
La ragazzina divenne il suo incubo. [...] Non era giusto attaccarlo.
[...]
Il fatto è che quei benpensanti di periferia hanno visto una sola bambina. Kevin era in mezzo alla carestia e quella bambina era una delle centinaia che aveva visto morire quel giorno. Se non avesse scattato la foto neppure uno di quegli stronzi di casa nostra avrebbe mai saputo dove si trova il Sudan."
Questa fotografia è diventata un icona mondiale della terribile situazione del Sudan e dell'Africa in genrale, più volte spazzata da carestie, malattie, guerre civile e no. Un po' come l'altra celebre fotografia di Nick Ut, premio Pulitzer 1972, nella quale ritrae la piccola vietnamita Kim Phuc in fuga da un bombardamento al napalm del suo villaggio, che è diventata la fotografia simbolo della guerra del Vetnam.
Fonti:
http://www.pmox.it/2007/01/famine.html
http://conchitasblog.spaces.live.com/blog/cns!2DDC125F08878623!1797.entry