Questa celebre immagine di Elliott Erwitt, ha fatto la storia della fotografia di denuncia sociale.
Scattata nel 1950 in Nord Carolina, in piena epoca segregazionista. Sono gli anni di Malcom X, di Martin Luther King, dei movimenti degli attivisti statunitensi a favore dei diritti degli afroamericani, ma anche del Ku Klux Klan.
In quegli anni in America le persone di colore venivano quotidianamente segregate, non potevano infatti mangiare negli stessi ristoranti dei bianchi, non potevano prendere i loro stessi pullman, ect...
Elliott Erwitt, in una sola immagine, molto semplice nella composizione, ma molto intensa come significato, riuesce a sintetizzare in modo completo tutta l'atmosfera razziale presente in quegli anni negli USA.
Vediamo una stanza con due rubinetti, uno bello e pulito con la scritta "white" (Bianco) a sinistra e uno molto brutto e sporco a destra con la scritta "colored" (Nero). Proprio su di esso una persona afroamircano chinato a dissetarsi.
Quello che mi ha sempre colpito di questa fotografia è proprio l'assurdità dell'ideologia segregazionista e razzista in genere: due lavandini separati, ma un unico tubo (che possiamo vedere come la matrice africana di tutte le razze) da cui esce l'acqua (la fonte della vita per eccellenza...)
Biografia dell'autore:
Nato a Parigi da genitori russi, emigrò negli Stati Uniti nel 1939. Studiò fotografia al Los Angeles City College dal 1942 al 1944, e cinema alla New School for Social Research dal 1948 al 1950. Durante la Seconda guerra mondiale servì in Francia e in Germania come assistente fotografo nell'esercito. In seguito lavorò per la Standard Oil.
Dal 1950 al 1952 Erwitt iniziò a lavorare come fotografo freelance professionista, realizzando sia servizi giornalistici sia pubblicitari (per esempio per Air France e KLM), per poi entrare a far parte dell' agenzia fotografica Magnum, fondata da Robert Capa e Henri Cartier-Bresson.
A partire dagli anni '70 si interessò per qualche tempo al video, girando spot pubblicitari e documentari. Nel 1974 pubblicò il libro fotografico Son of a Bitch, in cui erano raccolti numerosi scatti di cani ripresi in pose o situazioni buffe. Fu grazie a questo genere di foto che il lavoro di Erwitt fece il giro del mondo.
Fonti:
http://www.magnum.com/
http://it.wikipedia.org/
Scattata nel 1950 in Nord Carolina, in piena epoca segregazionista. Sono gli anni di Malcom X, di Martin Luther King, dei movimenti degli attivisti statunitensi a favore dei diritti degli afroamericani, ma anche del Ku Klux Klan.
In quegli anni in America le persone di colore venivano quotidianamente segregate, non potevano infatti mangiare negli stessi ristoranti dei bianchi, non potevano prendere i loro stessi pullman, ect...
Elliott Erwitt, in una sola immagine, molto semplice nella composizione, ma molto intensa come significato, riuesce a sintetizzare in modo completo tutta l'atmosfera razziale presente in quegli anni negli USA.
Vediamo una stanza con due rubinetti, uno bello e pulito con la scritta "white" (Bianco) a sinistra e uno molto brutto e sporco a destra con la scritta "colored" (Nero). Proprio su di esso una persona afroamircano chinato a dissetarsi.
Quello che mi ha sempre colpito di questa fotografia è proprio l'assurdità dell'ideologia segregazionista e razzista in genere: due lavandini separati, ma un unico tubo (che possiamo vedere come la matrice africana di tutte le razze) da cui esce l'acqua (la fonte della vita per eccellenza...)
Biografia dell'autore:
Nato a Parigi da genitori russi, emigrò negli Stati Uniti nel 1939. Studiò fotografia al Los Angeles City College dal 1942 al 1944, e cinema alla New School for Social Research dal 1948 al 1950. Durante la Seconda guerra mondiale servì in Francia e in Germania come assistente fotografo nell'esercito. In seguito lavorò per la Standard Oil.
Dal 1950 al 1952 Erwitt iniziò a lavorare come fotografo freelance professionista, realizzando sia servizi giornalistici sia pubblicitari (per esempio per Air France e KLM), per poi entrare a far parte dell' agenzia fotografica Magnum, fondata da Robert Capa e Henri Cartier-Bresson.
A partire dagli anni '70 si interessò per qualche tempo al video, girando spot pubblicitari e documentari. Nel 1974 pubblicò il libro fotografico Son of a Bitch, in cui erano raccolti numerosi scatti di cani ripresi in pose o situazioni buffe. Fu grazie a questo genere di foto che il lavoro di Erwitt fece il giro del mondo.
Fonti:
http://www.magnum.com/
http://it.wikipedia.org/